È uscita “Sassuolo, La Rinascita”: La miniserie per celebrare il ritorno dei neroverdi in Serie A, dopo solo un anno dalla retrocessione, è disponibile da oggi gratuitamente sull’app DAZN. SassuoloNews.net ha trascritto per voi tutte le dichiarazioni dei protagonisti del racconto suddiviso in 5 puntate che ripercorre il cammino trionfale dei neroverdi nel campionato di Serie BKT.

Una produzione Sassuolo Calcio e YF Studio, articolata in cinque puntate da circa 20 minuti ciascuna, Sassuolo, La Rinascita ripercorre il cammino trionfale dei neroverdi nel campionato di Serie BKT. Con immagini inedite, interviste esclusive e contenuti dietro le quinte, il documentario offre uno sguardo autentico sulla stagione che ha riportato il club nel grande calcio.

La vicepresidentessa del Sassuolo Veronica Squinzi ha raccontato innanzitutto l'amarezza post-retrocessione dopo la gara con il Cagliari, ma con la voglia di risollevarsi immediatamente. Ecco quanto trascritto per voi dalla nostra redazione: "Quella partita è stata devastante da un punto di vista emotivo. Io e mio fratello non è che ci siamo detti qualcosa in particolare, diciamo che in quel momento non eravamo proprio dell'umore. Il giorno dopo abbiamo voltato, ci siamo guardati e ci siamo detti 'adesso dobbiamo tornare in Serie A'. Ci siamo rimboccati le maniche, investire nelle persone, nel cambiamento, proprio per avere nuovi obiettivi. Promozione? Stavo guardando Mantova-Spezia da casa, stavo sempre con un po' di ansia. Sono sicura che mio papà e mia mamma si sarebbero entusiasmanti da questa promozione, dicevano sempre che da un errore o da una difficoltà c'è sempre da imparare e da migliorarsi".

L'amministratore delegato e direttore generale del Sassuolo Giovanni Carnevali ha raccontato innanzitutto l'amarezza post-retrocessione dopo la gara con il Cagliari, ma con la voglia di risollevarsi immediatamente. Ecco quanto trascritto per voi dalla nostra redazione: "È difficile pensare a quali errori sono stati fatti perché quando retrocedi vuol dire che di errori ne sono stati fatti e da tutti noi. Mi sembra di aver vissuto in una bolla dove non si riusciva a capire cosa dovevi fare per trovare dei risultati in classifica per risalire quei posti in classifica e che poi non si riusciva proprio a fare. Per una proprietà importante la retrocessione è una sconfitta, la loro volontà al momento della retrocessione era ripartire. Pensiero uguale da parte di tutti, rimboccarsi le maniche, investire per tornare in Serie A. La scelta di mister Grosso penso sia stato il primo punto di partenza per poter cominciare la stagione nel modo migliore. Mister Grosso a gennaio non è voluto venire da noi perché preferiva cominciare una stagione. Ci siamo messi a lavoro subito sapendo che avevamo una rosa da Serie A, giocatori con ingaggi alti, giocatori che non sarebbero stati adatti alla B, sapendo anche che dovevamo cercare di trattenere dei giocatori importanti. Quest'anno c'era poco da parlare, sapevamo tutti noi quello che dovevamo fare, dovevamo far parlare i fatti per cui poche parole. L'inizio è stato difficile. Con la Cremonese è stata una partita dove loro sono sembrati forti, superiori a noi, anche se a noi mancavano dei giocatori. Entrò Berardi e quando mise il piede dentro il campo è stata una grande emozione, ho avuto i brividi. Poi abbiamo visto certe giocate e allora abbiamo capito che Berardi è tornato. C'è stata la cena di Natale, in un momento di gioia, in un momento in cui si fa un augurio speciale. Pisa? Devi lottare ad armi pari, non sei la più forte di tutti perché a volte quando credi di essere più forte è la volta poi che tu perdi. Tutte le sconfitte fanno male, aver perso ti fa arrabbiare. Credo che il mercato di gennaio ci abbia permesso di rinforzare ancora di più la squadra, con giocatori di esperienza e che ci potevano dare qualcosa sul campo ma anche nello spogliatoio. Infortunio Thorstvedt? Mi dispiace ancora se ci ripenso perché ci poteva dare lo slancio per vincere il campionato. Quella è stata l'ultima gara di Thorstvedt, è uno di quei giocatori a cui abbiamo rinunciato a delle richieste di club importanti, ha avuto una richiesta anche dal Bologna, col mio amico Fenucci abbiamo avuto una grandissima discussione, abbiamo fatto una litigata anche, perché per noi era incedibile. La sua assenza poteva essere importante per noi, ci poteva portare delle problematiche perché non c'erano dei giocatori con le sue caratteristiche. Festa promozione? Abbiamo aspettato la partita di ritorno con il Pisa con la voglia che arrivasse il prima possibile. Noi abbiamo pochi tifosi ma la città è piccola perché abbiamo 40mila tifosi e in proporzione noi abbiamo tanti tifosi, hanno capito le difficoltà di questa squadra e non c'è mai stata contestazione, c'è stata una vicinanza alla squadra e penso che i nostri tifosi sono stati determinanti. Promozione? Ho trovato la felicità in quel momento. Se ci fosse qui il dottor Squinzi accanto a me non ci sarebbero parole ma ci sarebbe stato solo un grande abbraccio".

L'allenatore del Sassuolo Fabio Grosso ha raccontato innanzitutto l'amarezza post-retrocessione e i contatti che c'erano stati già l'anno scorso dopo l'esonero di Alessio Dionisi: "Carnevali lo avevo già sentito in passato. Era allettante subentrare ed allenare questa squadra anche nell'annata precedente tra tante difficoltà, a me piace fare le cose nei tempi giusti e non pensavo fosse il momento giusto. Avevo detto che mi sarebbe piaciuto ripartire con questo club nel caso in cui le cose non fossero andate bene. Avere il formicolio, le farfalle nello stomaco, è la base, è il fuoco che ti deve accompagnare in ogni cosa. In partenza le difficoltà erano tante, siamo partiti che eravamo un numero molto elevato e l'altro giorno ricordavamo che abbiamo fatto anche 4 allenamenti in un giorno dividendo i gruppi. Siamo un gruppo di ragazzi che inizia un lavoro insieme e poi c'è differenza tra un gruppo e una squadra perché la squadra ha un obiettivo chiaro e comune con dei valori che devono fare da filo conduttore perché sono quelli che ti sostengono durante la stagione. Dopo la Cremonese mi torna in mente il post-gara dove trovo teste basse, ragazzi delusi, tristi e invece non deve essere così. Io invece mi sono sentito di dire delle cose, di solito non lo faccio, ho detto qualcuno di voi in questo sport ha sempre vinto? Avete vinto tutte le partite? A qualcuno di voi è stato detto che tutte le partite vanno vinte 4-5-6 a 0? Non è questo lo spogliatoio in cui dobbiamo stare ma non esiste uno spogliatoio in cui si fanno le cose che ho appena detto ma mettiamoci dentro tutto quello che abbiamo fare quando le cose non vanno bene vuol dire che gli avversari son stati più bravi. Subito dopo Pisa abbiamo la gara con il Cosenza e tutti si aspettano che vinci facile e invece in questo campionato di facile non c'è niente. La legnata di Pisa si fa sentire perché non siamo sciolti come al solito. Avevo un cambio da fare e ho messo dentro Lipani che stava facendo bene, è un ragazzo con qualità e con inserimento, e in una situazione così bloccata ci poteva dare una grande mano e così è stato. Laurienté? Mi asciugo il sudore (ride, ndr). Ho scoperto un ragazzo intelligente che sa da dove viene e sa da dove andare. Non ho mai sottolineato di essere secondi e di non essere primi, ho sempre sottolineato la cosa di provare ad aggrappare la squadra che sta su senza farci superare da chi sta dietro e quindi in ogni gara cercare di farsi stimolare da questo obiettivo. I dettagli determinano i risultati delle partite e anche in un campionato in cui fai le cose fatte bene se tralasci qualche dettaglio poi lasci dei punti importanti e quindi la sconfitta di Pisa all'andata ci è servita per rimetterci in carreggiata. Obiang e Romagna sono stati importantissimi per noi perché avevano alle spalle tanti momenti di difficoltà nella loro carriera e quando sei in grado di superarli ne esci fortificato. Da gruppo ti devi consolidare per diventare squadre, devi saper mettere all'interno di un bagaglio comune che poi tutti possono usare le tue doti più belle. Thorstvedt? Perdere lui dopo quella partita è stato un doppio segnale di difficoltà, è un ragazzo di grandi qualità. Ci ha dato una grandissima mano ma dopo la sconfitta di Spezia il gruppo si è ricompattato come ha sempre fatto. Il ritorno col Pisa è stato fondamentale? Una partita attesissima, una partita vera, dove a non tante giornate dalla fine puoi allontanare la concorrente diretta. Io non alzo molto i toni in queste partite, ho ragazzi intelligenti, sanno che la posta in palio è alta e ho detto loro di provare semplicemente a mettere in campo la nostra qualità. Derby col Modena? Ogni tanto scrivo qualche messaggio sulla lavagna e quel giorno penso di aver scritto 'o noi o loro'. E quando torno trovo una frase scritta da Domenico che è questa la giornata che aspettavamo e che dovevamo mettere del nostro meglio per raccogliere quello che avevamo seminato. Nella festa dopo Modena anche lì arrivo in un secondo momento, quando si erano affievoliti dopo aver festeggiato tanto, e in quel momento li tiro su perché avevo pensato e sentito che avevamo messo su un mattoncino pesante finendo con 'non è ancora fatta' rimettiamoci in carreggiata ma abbiamo messo un bel mattone. Quando ho visto lo Spezia vincere 2-0 a Mantova avevo la curiosità di continuare a guardarla, conoscevo le due squadre, sapevo che bastava poco per riaprirla e a mezz'ora dalla fine ci siamo rimessi a guardarla. Poi ti metti a guardarla con l'adrenalina, poi arriva anche il secondo e dici, mi sa che ci siamo. È stata una bellissima emozione, l'ho condivisa con la mia famiglia ed è stato grande, sarebbe stato bello farlo anche con la squadra ma è stato emozionante farlo con la mia famiglia. Torni indietro e guardi a tutte le rinunce, è fatta ma non è banale quel momento. A chi la dedichi? (Si commuove pensando al padre recentemente scomparso, ndr). Per me è stata un'annata difficilissima, stupenda dal punto di vista professionale e difficilissima dal punto di vista personale".

Il ds del Sassuolo Francesco Palmieri ha raccontato i movimenti di mercato e cosa è successo all'inizio della stagione con la partenza difficile contro la Cremonese: "Con Pierini nell'ultimo giorno di mercato estivo gli è stato detto che volevo riportarlo dove era cresciuto. Con la Cremonese è stata la partita dove abbiamo fatto peggio, era fine mercato, noi eravamo sottotono e la Cremonese aveva fatto meglio. Se prendi qualche schiaffone poi riparti con forza, poi riparti più forte ancora. Forse ci sono serviti per mettere quel qualcosa in più, cerchi di non farti abbattere più di tanto, a volte le sconfitte possono fare male ma a volte possono fare bene. Dopo l'infortunio di Thorstvedt qualche perplessità ci è balenata, ci siamo guardati sul mercato per capire se c'era qualcuno che ci potesse dare una mano e abbiamo cercato di fare il massimo. Una bellissima serata, bellissima partita, bellissima vittoria che ricordo e ricorderò con grande piacere perché dopo quella partita c'era la consapevolezza di aver raggiunto l'obiettivo"

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Filippo Romagna ha iniziato il racconto dagli inizi difficili dopo la retrocessione: "Era tanto difficile trovare le giuste energie per affrontare il campionato di B e il suo staff sono bravi a ricreare lo spirito giusto. Dovevamo dare un impatto al campionato, dovevamo partire forte. Magari non ci eravamo ancora resi conto della categoria, del nostro grande potenziale, ma con la giusta motivazione e giusto approccio. Abbiamo detto basta non prendere più gol e vinciamo le partite, tanto ci pensa lui. Berardi fa delle cose con la palla che nessun altro fa ma anche senza palla ti trascina, spinge tutti dare un 10% in più perché se un ragazzo vede Berardi che corre allora ti spinge a dare di più. Quando abbiamo giocato con il Pisa e io ero infortunato ma sono andato a vedere i miei compagni, sono arrivato presto per cercare di vivermi il pre-partita. Ero nervoso, capivo l'importanza della partita e l'idea di non essere in campo mi pesava veramente tanto. Vedevo loro tanto agguerriti, noi sì ma magari un pochino meno. Da un lato peccato perché era una partita importante e bella ma penso ci sia servito tanto. Nello spogliatoio ci sono tanti giovani, poi c'è qualcuno di esperienza come io, Obiang e Berardi. Non è stato semplice all'inizio ma abbiamo legato davvero tutti tanto, abbiamo creato un gruppo fantastico e ci siamo divertiti. Noi più anziani abbiamo dovuto bacchettare ogni tanto ma per il bene del gruppo. I giovani ti danno quella spensieratezza che serve, noi più anziani dobbiamo trasmettere il valore di alcune partite. Obiang è un ragazzo con dei valori che nel calcio non si trovano spesso. Noi abbiamo parlato tanto, abbiamo parlato tanto in ritiro, già da lì cercavamo di capire come tirare il massimo da ogni giocatore. Dopo il Cosenza ci siamo resi conti del nostro potenziale ma più del potenziale umano, di motivazione, perché stavi perdendo e sei riuscito a ribaltarla dopo poco tempo, si percepiva la voglia di andare a prendersi i 3 punti. Con lo Spezia al ritorno è stata una partita particolare, molto maschia, noi non siamo riusciti ad esprimere le nostre capacità perché a differenza di quella col Pisa all'andata dove non hai subito tanto e sono stati molti cinici loro invece con lo Spezia hai subìto il loro furore. Abbiamo capito che il campionato era apertissimo e credo che quella sconfitta ci sia servita perché dopo le sconfitte abbiamo fatto dei bellissimi risultati. Al ritorno con il Pisa eravamo feriti nell'orgoglio dal fatto che ci dicessero che eravamo fortissimi ma non vincevamo gli scontri diretti, manca personalità. Abbiamo cercato di far passare allo spogliatoio il messaggio che era l'occasione per dare una botta forte al campionato. La vittoria con il Pisa ci ha dato tanto, vincere 1-0 in casa, staccare la seconda è stato molto bello. Abbiamo giocato partite tecnicamente migliori ma lì abbiamo tirato fuori qualcosa, già da qualche giorno prima, di bello e importante. Nel derby col Modena sapevamo dell'importanza perché mancavano pochi mattoncini per la Serie A e quello era un bel mattone da mettere, sapendo anche dell'ambiente che avremmo trovato, abbiamo detto che era un'altra bella prova per dimostrare le nostre qualità. Mantova-Spezia? Dopo i primi 60 minuti vinceva lo Spezia ho detto 'andiamo a fare una camminata' tanto oggi non si alza. Appena esco, guardo sul cellulare e vedo 2-1. Rientriamo a casa e ho riacceso la tv e alla fine abbiamo esultato con mia figlia che tenevo in braccio e non capiva il momento ma stavamo esultando tutti. Vittoria? Sono contento perché ce la siamo meritata, abbiamo fatto proprio fatica, e questo la rende ancora più bello. L'inizio non è stato facile, ci davano tutti per favoriti, le prime partite ci hanno fatto capire che il campionato sarebbe stato difficile. Quando sono arrivati i risultati, mi viene in mente anche la vittoria a Bolzano con il Sudtirol, tu dici che il Sassuolo vinca con il Sudtirol è normale, vero, ma abbiamo sofferto tanto. Poi abbiamo iniziato a macinare punti e abbiamo trovato quella compattezza che ci ha contraddistinto durante la stagione".

Tarik Muharemovic ha parlato dell'atmosfera nello spogliatoio e non solo: "Con Romagna ho un rapporto bellissimo perché mi aiuta tanto, in campo e in allenamento, mi dà sempre una grande mano. Il rapporto che ho con i tifosi è molto bello, mi piace quando li faccio gasare. Mantova-Spezia? Io ero in Germania con i miei amici, ho visto in albergo la partita insieme ai miei amici".

Yeferson Paz una delle anime dello spogliatoio e anche dj neroverde: "Ogni partita prendiamo uno che mette la musica ma quest'anno sono stato di più io perché a loro gli piace questo ritmo, gli piace quando faccio ridere tutti con il balletto, salsa, reggaeton. Dopo la vittoria con il Pisa ci siamo abbracciati, abbiamo urlato, abbiamo fatto vedere tutta la nostra emozione. Dopo quella partita ci ho pensato, ho detto pure nello spoglitoaio 'ce l'abbiamo fatta' eravamo felici, contenti, eravamo molto felici per quello che avevamo fatto. Io vivo a Sassuolo, è bellissimo abitare qui, la gente ti fa sentire come a casa, ti fa sentire che questa è la tua città, è gente molto appassionata che secondo me meritava di tornare in Serie A. Quando ho visto lo Spezia vincere 2-0 a Mantova ho pensato che non avremmo festeggiato e che dovevamo fare per conto nostro. Quando ha fischiato invece la fine sul 2-2 è stato bellissimo, ho abbracciato la mia ragazza, ho detto 'ce l'abbiamo fatta'".

Daniel Boloca ha parlato del rapporto con la piazza e della delusione post-retrocessione: "Ci sono rimasto male. Io purtroppo non l'ho vissuta bene. Io mi sono sentito in difetto per questa retrocessione, è una cosa che ho patito tantissimo. Anche se i risultati inizialmente erano negativi vedevo che il clima era diverso all'interno dello spogliatoio, eravamo più uniti, c'era quell'entusiasmo comunque che l'anno scorso era mancato e io ero davvero ottimista e non ho mai pensato che non ce l'avremmo fatta, ero sicuro che prima o poi ne saremmo usciti. Berardi andava a tremila in ogni allenamento, ci ha dato una spinta pazzesca. La svolta, dove abbiamo messo dei mattoncini importanti, è stata dopo le 7 vittorie di fila che abbiamo fatto perché quando riesci a fare un filotto di vittorie così vuol dire che puoi davvero raggiungere il traguardo. Abbiamo trovato anche la fiducia nei nostri mezzi, all'inizio c'erano dei risultati un po' traballanti e quindi non eri mai riuscito a trovare quella continuità ma dopo le 7 vittorie abbiamo realizzato anche che riuscivamo ad avere quella continuità che ti permette poi di vincere i campionati. Il Pisa ci aveva messo sotto, era stata una partita complicata, loro avevano messo più energia di noi. Al ritorno con lo Spezia eravamo carichi, il problema è che gli episodi loro li avevano messi dalla loro parte. Non siamo riusciti a reagire, abbiamo avuto difficoltà anche dopo il pareggio, non avevamo avuto veramente quella reazione lì. Tifosi? Io con i tifosi del Sassuolo mi trovo davvero alla grande, sento l'attaccamento. Quando le cose sono andate male l'anno scorso sono venuti al centro sportivo a darci la carica, ad aiutarci. Siamo esplosi dalla felicità dopo la vittoria al ritorno con il Modena, sapevamo che ormai l'obiettivo della Serie A era raggiunto. Quando ho visto lo Spezia vincere 2-0 a Mantova ho pensato che ci servisse un'altra vittoria, ce la portiamo a casa sul campo. Dopo il 2-1 ho riacceso di nuovo la tv. Poi dopo il gol di Maggioni del 2-2 sono esploso, ho mandato anche la foto in chat con la maglia di Maggioni. Quando ho alzato la coppa ho ripensato a me da bambino, quando giocavo nel mio quartiere Maddalene nel campetto".

Il centrocampista del Sassuolo Pedro Obiang - che ha di recente firmato con il Monza - ha raccontato la retrocessione dell'anno scorso e l'arrivo di Grosso: "Non ce l'aspettavamo, pensavamo di poter dare di più, le energie non arrivavano e oggi capiscono quelle squadre che sono nella lotta. Grosso è quello che ha fatto il gol al Mondiale e tutti i ragazzi lo ricordiamo così. Senti la tensione, lui ce lo dice che sente le farfalle nello stomaco. Lui è sempre carico, a volte penso che le partite le ha giocate più lui di noi. Il ritiro dal mio punto di vista è stato molto difficile. Ci sono stati dei momenti di piccola tensione nello spogliatoio, qualcuno voleva partire e non voleva partire, chiamate con gli agenti. La partita con il Pisa non è andata bene, siamo onesti, non c'eravamo in campo. Era come uno scontro di boxe, ogni volta che alzavamo la testa ci arrivava un colpo. Nello spogliatoio anche il mister, chi aveva più esperienza, diceva che c'era tempo ma dentro di me dicevo 'non c'è più tempo, ci hanno battuto'. Lo spogliatoio del Sassuolo è uno spogliatoio silenzioso, tranquillo, tanti ragazzi per bene, gente che non alza la voce e dunque quando in ritiro ci sono state quelle 4-5 persone che giustamente la alzavano sembrava strano ma quella è la tensione, è quella che fuori in un contesto come questo succede spesso. Noi siamo una squadra un po' rock, con il Cosenza loro in vantaggio e subentra un po' di panico. Arriva quel gol, inizi a sentirti carico, chi è in panchina si carica e non è un caso che entra colui che tutte le settimane in allenamento segna: Lipani. Era nell'aria. Lipa deve giocare, sta facendo benissimo, ma non gioca. Il mister dice che l'opportunità arriverà sempre. Dal campo un'emozione immensa, lui è uno dei 'nostri' con quelli che stiamo in panchina ogni tanto, è stato un gol che abbiamo festeggiato più noi che quelli che stanno più in campo. Dopo il Cosenza credo sia stata una delle notti dove anche lo spogliatoio del Sassuolo è stato meno silenzioso perché sembrava che avevamo vinto il campionato. Il mister ci aveva detto che dopo un colpo come quello di Pisa dovevamo riprenderci. Con lo Spezia al ritorno forse siamo stati troppo carichi, siamo usciti come a dire 'stavolta ve la diamo', perché volevamo farlo vedere e non siamo riusciti a essere il Sassuolo della stagione. Eravamo incazzati ma in maniera diversa perché avevamo dovuto giocare la loro partita e non la nostra. Mi dispiace per quelli del Pisa ma sappiate che se ci sono state delle partite da preparare quella col Pisa era davvero...Non era nemmeno la settimana del Pisa, era due settimane prima già pensavamo che al Pisa gliel'avremmo fatta vedere. Batterli in quel modo lì e abbiamo sentito che un po' li abbiamo feriti perché noi all'andata eravamo feriti, è stato soddisfacente. Promozione? Certi momenti più belli li abbiamo vissuti sul divano, sarebbe stato più bello passarli insieme sul campo, ma tutti noi eravamo andati a trovare i nostri cari. Dopo il 2-2 dello Spezia con il Mantova è stato come un sollievo, a me mi ha tolto un peso. Ognuno l'ha vissuta al proprio modo e se potessimo guardare quella chat vedi al 100% ognuno di noi perché c'era chi urlava come Muharemovic, Volpato o Paz che sono l'anima dello spogliatoio, chi era con la famiglia".

Il centrocampista del Sassuolo Luca Lipani ha elogiato Berardi e ha parlato così della sua stagione: "Berardi è l'anima della squadra, quando vedi un suo atteggiamento, quella corsa in più, lo guardi, è di ispirazione, la squadra si rispecchia in lui. 'Dome, Dome' è stato l'attimo prima in cui mi ha messo la palla prima del gol. Dopo lo stop non mi ricordo cosa ho fatto, è stato tutto istinto, ho visto che è rimbalzata a terra e ho tirato subito. È stata una delle esultanze più belle della stagione, era proprio allo scadere, siamo entrati tutti in campo. Quando ho visto lo Spezia vincere 2-0 a Mantova, apro l'applicazione e vedo 2-1, quindi scrivo a mio fratello 'togli DAZN perché devo guardare gli ultimi 5 minuti'.".

Kristian Thorstvedt ha raccontato gli inizi difficili durante il mercato estivo con una partenza poco brillante: "Abbiamo preso i giusti giocatori per i nostri obiettivi, Molti giocatori sono andati e anche se qualcuno voleva andare quando il mercato è chiuso abbiamo fatto uno switch e abbiamo detto ok. Dopo la prima partita però mi ricordo che ho pensato 'sarà una dura e lunga stagione'. Quando guardi verso la partita e vedi che Berardi sta per entrare in campo allora capisci che vincerai la partita ed è una bella sensazione. È stato così fuori a lungo, e finalmente averlo di nuovo è stato bello. È davvero una bella persona, è divertente. Scherza sempre con tutti, ride, in campo si vede che ha quella scintilla e vive nella partita. Nello spogliatoio è un leader, dà l'esempio, quando le cose si fanno difficili o quando perdi puoi guardare lui perché c'è ed è uno che non ha paura di niente. Giocatore e persona straordinaria. Lo spogliatoio? Molto molto tranquillo. Ci sono diverse personalità, puoi parlare con chiunque, tutti sono amichevoli. La cosa più importante nel nostro spogliatoio è la voglia di avere successo. Ogni giorno in allenamento ci spingiamo e ci aiutiamo a vicenda e penso che questo sia stato uno dei fattori chiave per la promozione. Golf? Sì, io Doig e Toljan amiamo giocare a golf, ci andiamo quando abbiamo il giorno libero o il giorno dopo la partita e discutiamo della gara, guardiamo la classifica, parliamo di cosa dobbiamo fare, è bello anche prendersi una pausa mentale e stare insieme. Infortunio? Dopo la partita con lo Spezia sono andato sul lettino del fisioterapista e mi ricordo che ho detto a uno di loro: 'non ce la faccio più' perché il mio corpo era arrivato al limite. Zoppicavo e a malapena riuscivo a muovermi quindi penso che a quel punto la cosa migliore per me fosse fermarmi e lasciare spazio agli altri giocatori che potevano fare il massimo perché non sentivo di poter dare il massimo. Il modo in cui abbiamo giocato nella gara di ritorno con il Pisa, il dominio che abbiamo dimostrato dopo la sconfitta in trasferta all'andata, giocare in casa così, per me è stata davvero una vittoria dominante. Abbiamo dimostrato le qualità che avevamo e in quel momento ho pensato 'adesso ce la facciamo'. Sono rimasto davvero impressionato dai tifosi del Sassuolo perché non è facile retrocedere e continuare a mostrare lo stesso sostegno alla squadra. Abbiamo sentito il loro supporto durante tutto l'anno sia in casa che in trasferta e anche se non sono tantissimi, sono davvero forti. Li senti quando giochiamo fuori casa, li senti quando giochiamo al Mapei. Vincere il campionato è stato bellissimo ma ho anche sentito un po' di sollievo perché ho sempre sentito che avevamo addosso quel peso dei favoriti ma siamo in testa per quasi tutta la stagione, quindi ero abbastanza sicuro che ce l'avremmo fatta".

Il calciatore del Sassuolo Cristian Volpato, autore di gol importanti durante la stagione, ha raccontato gli inizi difficili dopo la retrocessione: "Il primo allenamento vero dopo la retrocessione pensavo che dovevamo alzare il livello, dimenticarci dell'anno scorso e andare avanti. La mentalità di Berardi è indescrivibile, è un giocatore che ha vinto l'Europeo, ha fatto così tanti gol in Serie A. Nello spogliatoio non devi pensare solo a te ma al gruppo. Nel nostro c'era un mix bellissimo. A me piace scherzare, ridere, ma penso che tutti vanno d'accordo. Nella musica ci sono tre persone penso io, Tarik o Paz, ma il migliore o io o Tarik. In panchina dopo il gol di Moro con il Pisa al ritorno ci siamo alzati tutti, eravamo quasi tutti contentissimi sia per lui che per noi, per la squadra. L'anno scorso è stata tosta, devo ringraziare tutti i tifosi perché ci sono stati vicino e ci hanno creduto. La festa dopo Modena è stata perfetta, è impazzito pure il mister, questo fa vedere il gruppo che siamo".

Nicholas Pierini, autore di gol importanti durante la stagione e ha chiuso in doppia cifra, ha parlato del ritorno in neroverde con la chiamata speciale di Francesco Palmieri, suo mentore: "Mi ha detto devi venire qui, dobbiamo vincere il campionato. Io gli ho detto che sarei venuto volentieri e così è stato. Appena arrivato avevo aspettative abbastanza alte, poi c'è stata la prima partita con la Cremonese e abbiamo perso 4-1 e ho detto 'aspetta un attimo che forse c'è da sistemare qualcosina'. I tifosi? Siamo in un paese non tanto numeroso come piazza e allo stesso tempo ti dà serenità mentale, non hai questo pressing continuo di tifosi arrabbiati, accaniti come in altre piazze, e questo può essere un vantaggio".

La bandiera del Sassuolo Domenico Berardi ha raccontato innanzitutto l'infortunio accusato a Verona lo scorso anni che per tanti è stato l'inizio della fine per i neroverdi: "Non ero al 100% ma ci tenevo a dare una mano alla squadra, ho fatto il massimo per giocare, poi...L'abbiamo visto tutti, mi sono fatto male su un momento particolare della stagione, da lì in poi il Sassuolo è entrato in un tunnel ed è stata anche una stagione sfortunata dopo il mio infortunio. La retrocessione è stata brutta da digerire perché non poter dare una mano alla squadra e vederla da casa sdraiato sul divano mi ha fatto male. Grosso ha ricreato quel gruppo che si era perso l'anno scorso. Io ero in panchina con il Cittadella, non vedovo l'ora di ricalpestare l'erba, come fossi un bambino che inizia a dare i primi calci a un pallone, avevo la stessa voglia da quando ho iniziato a fare questo mestiere. Aspettavo quella famosa lavagnetta con il numero 10 che subentra e ricalpesta quel prato verde. Prima giocata che ho fatto è stato stop e cambio gioco e da lì ho capito che Berardi è tornato. Il rigore col Mantova, sono andato sul dischetto, non vedevo l'ora di tornare al gol e per me è stata una liberazione, di fatti sono andato a esultare sotto la curva, mi scappa qualche lacrima e mi libero da tutto quello che ho passato nei mesi precedenti, era un misto tra emozione e ritornare a fare gol. È vero che quest'anno ho fatto tanti assist ma la cosa che mi piace di più è quando la rete si muove e faccio gol. Laurienté? Ha fatto un campionato strepitoso, ha segnato 18 gol, e secondo me anche lui come me, avevamo un conto in sospeso. Ha fatto un campionato pazzesco sotto tutti i punti di vista. Mi arriva palla, la stoppo e lui inizia a chiamarmi la palla e solo con la voce perché non l'ho visto inizialmente, lui continua a chiamarmela e allora ho detto 'gliela devo dare'. Thorstvedt? Abbiamo perso un bel pezzo da 90, giocava tutte le partite da titolare. I tifosi ci hanno incitato anche nei momenti difficili, non siamo partiti benissimo all'inizio. Dopo la promozione dal divano abbiamo attivato Face Time, ci siamo chiamati sul gruppo, abbiamo festeggiato. Parti dalle cose più brutte che hai passato e arrivi magari a pensare alle cose più belle che hai fatto durante la stagione. Durante i festeggiamenti abbiamo dato la coppa a Muharemovic e Volpato, la coppa è sparita, e l'abbiamo ritrovata il giorno dopo nello spogliatoio e noi non siamo riusciti nemmeno a fare una foto con la coppa. Questa è stata la stagione del riscatto per tutti noi, molti di noi che son rimasti ci tenevano a riportare il Sassuolo in Serie A. La dedica di questo campionato la vorrei fare anche a Giorgio Squinzi e ad Adriana Spazzoli perché son convinto che da lassù vedermi alzare la coppa li avrà resi orgogliosi".

Armand Laurienté ha parlato del rigore sbagliato a Catanzaro e del ko con la Cremonese: "Avevo voglia di segnare, sono cose che possono succedere nel calcio. Ci ho provato, pensavo che avrei segnato ma fa parte del calcio. Dopo la partita con la Cremonese non avevo paura. Non eravamo tutti tornati, Berardi non era ancora tornati, mancavano ancora diversi giocatori e penso che la squadra non fosse ancora pronta per affrontare la stagione. Era solo una questione di tempo. Penso che sia chiaro, avevamo un debito nei confronti del club dopo la retrocessione dell'anno scorso. Io ho avuto la fortuna di arrivare al Sassuolo in Serie A, mi ha fatto scoprire l'Italia, e per me vedere il club retrocedere in B è qualcosa di difficile. Tifosi? Sono da tre anni qui a Sassuolo e da quello che ho visto è una famiglia. Gol al Modena? L'azione è merito di Berardi e Toljan. Si crea un movimento tra me e Berardi, Toljan me la passa, arrivo sul pallone e non mi sono fatto troppe domande, ho pensato che ci avrei provato e ho segnato. Sono contento. Una cosa divertente è stata l'atmosfera che c'era all'interno dello spogliatoio dopo la gara. Sentivamo tutti la stessa cosa. Non si può dire in italiano, in francese non so nemmeno come si traduce, ma era chiaro che provavamo tutti la stessa emozione. E poi anche il fatto che abbiamo potuto festeggiare con il mister. Mantova-Spezia? Ho ricevuto un messaggio da un amico che mi ha detto che avevamo vinto il campionato e io non capivo, poi ho realizzato ed è stato un momento incredibile. Vittoria? Ho sentito grande fierezza, per me, per le persone vicine, per la stagione che abbiamo fatto: è stato un momento speciale".

Le parole di Samuele Mulattieri, centravanti del Sassuolo, autore di 9 gol in questo campionato, ha parlato così della sua stagione e della vittoria in campionato: "Dovevamo essere bravi a entrare nel contesto della Serie B all'inizio. Io avevo fatto gol nel primo tempo, poi avevamo preso il gol del pari nel secondo tempo, alcuni magari non erano abituati al campionato di B perché in A c'era più qualità. Tutti stavamo guardando Mantova-Spezia, abbiamo iniziato a mandare messaggi".

Luca Moro, autore di gol importanti durante la stagione, ha raccontato gli inizi difficili e il ritorno di Berardi dopo l'infortunio: "Sapevamo che la struttura era stata creata e penso che è stato pù facile lavorare sia per noi che per lo staff, inizi a farti delle idee che diventano idee comuni e non più del singolo. Berardi è un simbolo della città, è un simbolo del calciatore che si impegna, non è facile per lui ambientarsi in un campionato dove è di un altro livello ma si è messo subito a disposizione della squadra con consigli e aiuti. Il gol col Pisa mi è piaciuto perché col mister su quei controlli orientati e col tiro in porta ci ha permesso di acquisire più grinta durante la partita. Dopo quella partita abbiamo capito che il gruppo ce l'avevamo. La mattina che precedeva invece la sfida di ritorno con il Pisa ho visto gli sguardi giusti nei miei compagni, non c'era troppa tensione perché quella troppa tensione a volte ti fa sbagliare e quando siamo saliti sul pullman gli sguardi iniziavano a essere più intensi, concentrati, e poi quando arrivi allo stadio sai di essere in quel momento, quel momento dedicato della stagione. Siamo stati bravi a sfruttare una delle prime occasioni che abbiamo avuto, io ho messo dentro l'assist di Berardi e porto con me quel ricordo perché sapevo il peso di quel gol. Dopo la partita ci siamo un po' lasciati andare, sia noi che i nostri tifosi abbiamo fatto un po' più di festeggiamenti rispetto al solito. Io vivo a Sassuolo e quindi per me significa girare per strada a Sassuolo quando abbiamo il giorno libero, significa incontrare i tifosi per strada, mi capita spesso di sentirli parlare al bar del Sassuolo e mi ci ritrovo. Al Braglia contro il Modena penso sia stata la partita più presente sia nostra che da parte dei tifosi sassolesi, abbiamo visto la coreografia prima di iniziare la partita e questo ci ha caricato molto, ci ha fatto capire che loro c'erano e che quella partita fosse davvero fondamentale. Durante Mantova-Spezia ero in giro per Padova e ci eravamo fermati in un bar a guardarla con un cellulare, non dico che me lo aspettassi ma ci speravo, mi ero portato una sciarpa del Sassuolo. C'era un po' di confusione all'inizio, è stata brava la società e anche noi giocatori a metterci a disposizione".

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Sezione: News / Data: Lun 23 giugno 2025 alle 10:04
Autore: Manuel Rizzo
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