"Da febbraio in poi sono tornato in condizione. Punto a mantenere questo stato di forma per tante partite nella prossima stagione. So che se sto bene posso fare la differenza. L’obiettivo? Fare tanti gol come a Sassuolo”: così Gregoire Defrel, ex attaccante neroverde e ora al Modena, intervista dalla Gazzetta dello Sport ha raccontato i passi della sua carriera e la sua annata in gialloblù. 

L’ha nominato lei il club neroverde. A Reggio Emilia si è visto il miglior Gregoire? 
“Credo di sì. Sassuolo per me è stata casa e famiglia. Ci sono momenti di quegli anni che porto nel cuore. La doppia cifra in Serie A, l’Europa League. Ho imparato tantissimo. Devo dire che eravamo un gruppo che stava veramente bene insieme”. 

SCELTI DA SASSUOLONEWS:

Berardi-Sassuolo, presto l'incontro: pronto il rinnovo a vita

SN - Calciomercato Sassuolo, Bertola dallo Spezia: Palmieri tenta il colpo a zero

Collegamento ferroviario Sassuolo-Mapei Stadium: la proposta del Comune per le partite neroverdi

Prima con Di Francesco poi con De Zerbi. Lei è sempre stato protagonista. 
“Ho tanti ricordi. Con Di Francesco ho imparato a fare l’attaccante centrale, ma negli anni mi ha fatto giocare ovunque. Esterno, seconda punta e centravanti. Di De Zerbi, invece, mi colpì la sua maniacalità. Non dimenticherò mai che una volta ci tenne 4 ore a fare la stessa uscita dalla difesa. Finché non eravamo perfetti ce la faceva ripetere. Ma lui è così e guai a contraddirlo. Però poi la domenica vedi che succedono esattamente le cose che ti diceva lui tre o quattro giorni prima e quello fa tutta la differenza del mondo”. 

Poi venne la Roma. Cosa le viene in mente se pensa alla stagione in giallorosso? 
“Sinceramente ho un po’ di rimpianto. Speravo di poter avere un’occasione in più per dire la mia, un po’ più di spazio. Ma quella era una squadra fortissima, piena di campioni. Mi è dispiaciuto tantissimo non riuscire a far vedere all’Olimpico il vero Defrel”. 

Se dovesse scegliere tre momenti della sua carriera da fotografare, cosa sceglierebbe? 
“Il primo è certamente l’esordio in A con il Cesena. Ero un ragazzino, fu Bisoli a darmi fiducia. Anche lui mi metteva ovunque: in bianconero ho fatto anche l’esterno a cinque a tutta fascia. Bei tempi…” 

E gli altri due? 
“Dico Roma-Barcellona 3-0, una partita unica. Fu incredibile anche solo l’atmosfera. Mi stupiva la convinzione di tutti nel poterla ribaltare, ci credevamo tantissimo. E pensi che quello che ci credeva meno era proprio Manolas, che poi segnò il gol decisivo. Una notte da sogno. E come terzo momento dico la stagione da capocannoniere del Sassuolo, mai come quell’anno mi sono sentito bene in carriera”. 

Prima di salutarla torniamo alle origini. Lei resta molto legato alla sua Parigi? 
“Assolutamente sì. Tantissimo. Per me le strade di Parigi restano anche il miglior vivaio del mondo. Qui si diventa uomini in fretta, soprattutto se vieni da un quartiere come il mio… dove le cose non sono sempre facilissime. Io lo porto con me, grazie al 92 che indosso sulla maglia. È il numero del distretto del mio quartiere. E non sono l’unico: lo faceva anche Menez con il 94 e parecchi altri”. 

Da lì viene anche la sua esultanza? 
“In realtà l’esultanza del “Bandito” nasce per scherzo. Era un gioco con gli amici. In passato però ho ricevuto qualche critica, per tutto il discorso legato alla guerra e alle armi. Io sono assolutamente contrario e quel modo di festeggiare non c’entra nulla. Se riesco a chiarire questa cosa, potrei tornare a farla. Magari al prossimo gol…”.

Tutti gli AGGIORNAMENTI sul Sassuolo Calcio in TEMPO REALE!
Aggiungi SassuoloNews.net tra i tuoi canali WhatsApp: clicca qui

Sezione: News / Data: Gio 05 giugno 2025 alle 09:05
Autore: Sarah G. Comotto
vedi letture
Print