Trentadue presenze, solo 34 gol subiti e 11 clean sheet! Questo il bottino a due giornate dal termine della stagione di Gioele Zacchi, portiere classe 2003, prodotto del Settore Giovanile Sassuolo e ora in prestito alla Giana Erminio in Serie C che sogna i playoff con i suoi 50 punti. Una scelta azzeccata quella del club di Gorgonzola che ha permesso a Gio di disputare un'annata importante, la prima lontano da casa, e soprattutto di giocare perché i giovani hanno bisogno di giocare. SassuoloNews.net ha intervistato in esclusiva il portierino di proprietà del Sassuolo, parlando dei suoi trascorsi in neroverde e dei progetti futuri ma partendo dalla sua annata e dal finale di stagione con la Giana: "Io mi sento molto bene. Siamo in lotta per andare ai playoff e ci mancano pochi punti per l'aritmetica, cercheremo di dare il meglio in queste due partite finali per arrivare nel miglior piazzamento possibile per poter giocare il primo turno in casa nostra".

Non siete partiti con l’obiettivo dei playoff ora siete vicini: quando avete capito che potevate farcela?
"L'obiettivo minimo era la salvezza. Molti dei nostri giocatori non hanno mai fatto la C, io per primo, e molti arrivano dalla Serie D e son stati confermati. Abbiamo capito di poter lottare per posizioni più alte dopo l'esplosione di Fumagalli e Franzoni che ci hanno dato e ci stanno dando una mano incredibile, anche se Fumagalli non c'è più ma ci ha dato una grande mano nella prima parte dell'anno, e Franzoni secondo me sta facendo un bel percorso".

Nell’ultima gara con la Triestina avete perso un’imbattibilità che durava due mesi con oltre 700 minuti di porta inviolata: tanta roba! Qual è stato il vostro segreto?
"È un lavoro che implica l'aiuto di tutta la squadra. In difesa abbiamo trovato le nostre alchimie, anche Minotti penso abbia un grande futuro davanti e sta facendo molto bene in difesa, ma a prescindere da lui tutti gli interpreti hanno dato una mano per raggiungere questo obiettivo che è non prendere gol. Non è facile mantenere la porta inviolata".

Ci vogliono anche le parate del portiere...
"Sì, dai qualche parata la mettiamo in mezzo ma non mi prendo tutti i meriti, non mi sento così poco umile (ride, ndr)".

Torno un attimo indietro. In estate avevi anche altre offerte, poi perché hai scelto la Giana?
"Sì, avevo anche altre offerte ma questo progetto con tanti giovani mi ha convinto, anche per garantirmi più minutaggio. A posteriori tornerei a fare la stessa scelta".

Venivi da un’estate importante, finalista al Mondiale Under 20. Che esperienza è stata per te?
"È stata un'esperienza incredibile, penso che di esperienze così nella vita capiteranno poche altre volte! È stato un mese molto intenso, dove ci siamo divertiti un sacco. Abbiamo giocato partite di alto livello contro squadre attrezzate, nessuno si aspettava potessimo arrivare fino in fondo e invece siamo riusciti in questa impresa".

Dopo l’U20 quest’anno è arrivata anche la soddisfazione delle convocazioni con l’Under 21. Stai continuando il tuo percorso di crescita anche in Nazionale dove hai davanti nelle gerarchie Desplanches: come vivi questa ‘rivalità’?
"Con Sebastiano c'è un bellissimo rapporto, siamo sempre stati colleghi, amici, c'è sempre stata una sana rivalità che abbiamo vissuto al meglio. Ora sta giocando lui e penso che se lo meriti, è un grandissimo portiere e può arrivare ad alti livelli".

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In U21 c’è stato anche Volpato nell’ultima tornata, hai avuto modo di parlare con lui del Sassuolo?
"Gli ho chiesto come andava la situazione, comunque Volpato lo conosco da molto tempo, non era la prima volta che parlavo con lui, ma non abbiamo approfondito più di tanto sul Sassuolo".

Stai seguendo il Sassuolo? La prima squadra non sta andando bene, un’annata particolare anche con il cambio di allenatore: riuscirà a salvarsi secondo te?
"Non voglio portare sfortuna (ride, ndr) e mi limito a dire che ha buone possibilità di salvarsi. L'assenza di Berardi ha influito su questo piazzamento al momento ma credo che possano risollevarsi entro la fine della stagione".

E il Sassuolo Primavera? Sei rimasto in contatto con Bigica o altri tuoi ex compagni?L’obiettivo playoff è ancora alla portata…
"Sento abbastanza spesso il preparatore dei portieri. Anche loro stanno facendo un gran bel percorso e approfitto per fare un grosso in bocca al lupo perché non è mai facile arrivare ai playoff. Ci siamo riusciti l'anno scorso per la prima volta, penso che il lavoro di Bigica si veda e stia dando i suoi frutti".

L’anno scorso avete scritto la storia con la prima qualificazione alla fase finale del campionato ma tu non hai potuto esserci perché eri in Nazionale. Com’è stato viverla da lontano?
"Mi è dispiaciuto molto non poter giocare quella partita con il Lecce soprattutto dopo la meravigliosa annata dell'anno scorso. Penso che ci sia stato proibito il sogno di arrivare in finale, giocando una partita a testa alta, non credo che abbiamo demeritato contro la vincitrice poi del torneo. È stata una partita al cardiopalma, ero molto teso anche se la seguivo da 5.000 km di distanza: ero molto in tensione".

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In questi anni il ruolo del portiere è cambiato. C’è chi è convinto che un portiere debba solo saper parare ma il calcio è già andato in un’altra direzione, ormai siete coinvolti di più nel gioco, non basta solo saper parare…o no?
"Sì, sono d'accordo, anche se resto dell'idea che un requisito del portiere sia comunque parare, che non è scontato, bisogna sempre leggere le volontà dell'allenatore perché se trovi un allenatore che è più propenso a giocare da dietro e qualche rischio te lo prendi per forza, invece se cerchi più verticalità è meglio giocare con i lanci lunghi e stare un po' più sicuro. Ogni allenatore ha il suo stile ma adesso molte squadre provano la costruzione dal basso e il portiere deve saper giocare anche con i piedi".

Un’altra frase fatta sui portieri riguarda la loro incoscienza. Il portiere, si dice, deve essere un po’ pazzo. È cambiato anche quello? Ora forse il portiere deve essere meno incosciente e più riflessivo o quella dose di pazzia non guasta?
"Secondo me ci vuole sempre equilibrio nelle cose. Questa dose di pazzia di cui tu parli è sempre buona ma secondo me negli ultimi anni il portiere è sempre più riflessivo e razionale, ha sempre più bisogno di letture che se non sei lucido e preparato, se non hai la mente pulita, non riesci a fare, ma riconosco comunque che certi gesti senza una mezza dose di pazzia non riesci a compierli".

E invece sui rigori quanta pazzia e quanto equilibrio (e studio) c'è? 
"Io sono un po' ossessionato dai rigori, prima di giocare le partite guardo tanti video e cerco di capire come si muove il giocatore, come prende la rincorsa, e questo modo di fare l'ho imparato l'anno scorso da Consigli che è un para-rigori incredibile, molto bravo nell'analisi dei rigori. Cercavo di capire cosa studiasse per capire su che lato buttarsi e mi ha aiutato molto".

Chiudo con la classica doppia domanda sul futuro: cosa ti auguri per l’anno prossimo? Dove ti vedi tra 5 anni?
"L'anno prossimo non lo so sinceramente, mi auguro soprattutto che il Sassuolo resti in Serie A, poi del mio futuro ne parleremo insieme al club quest'estate. Tra 5 anni spero di fare un bel percorso, non voglio bruciare le tappe, cerco di fare i passaggi giusti senza fretta perché sono ancora giovane".

Si ringraziano Gioele Zacchi e l'ufficio stampa della Giana Erminio per la cortesia e la disponibilità dimostrate per la realizzazione dell'intervista.

Sezione: Esclusive / Data: Ven 19 aprile 2024 alle 12:06
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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