Oggi l'esordio in Champions League per Roberto De Zerbi. L'ex tecnico del Sassuolo, guida dello Shakhtar, dopo due vittorie su due in campionato, misurerà il suo calcio a livello europeo. Nel frattempo, il De Ze, ha parlato a Marca della sua nuova avventura e anche del Sassuolo. "Guida il nuovo gruppo di tecnici italiani che hanno bandito il catenaccio per scommettere sul buon calcio" ha scritto il quotidiano parlando di lui. Ecco le sue parole: "Ho scelto lo Shakhtar perché hanno un modo di vedere il calcio simile al mio: il direttore sportivo, gli scout, il direttore generale e, soprattutto, il presidente. E anche perché dal mio punto di vista è un club 'top' in Europa".

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Secondo 'Transfermarkt' siete l'ottava squadra che ha speso di più (47 milioni) quest'estate. Quali obiettivi ti poni?
"Il primo obiettivo dello Shakhtar è vincere il campionato e poi fare bene in Europa. Abbiamo ingaggiato Pedrinho, Marlon e Lassina Traoré e Vinícius Tobías arriverà a gennaio. Stiamo iniziando un nuovo ciclo e ci sono tre giocatori specifici e funzionali per fare il tipo di calcio che vogliamo. Confido che saranno il patrimonio del club per i prossimi anni".

Oggi esordirà da allenatore in Champions League. Sarà nel terzo turno eliminatorio contro il Genk. Come la vedi?
"Le squadre belghe sono sempre molto organizzate. Hanno giocatori giovani ma forti. Sarà difficile passare il turno per lo Shakhtar... ma anche per il Genk".

Fino a che punto potrebbe arrivare lo Shakhtar se dovesse raggiungere la fase a gironi?
"Lo Shakhtar, indipendentemente dall'avversario, entra in campo pensando di vincere. I limiti saranno segnati dal campo di gioco, ma non è bene fissare un obiettivo. Adesso giochiamo con il Genk e vogliamo passare, ma se passiamo avremo altre due partite prima della fase a gironi. Se li superiamo, l'obiettivo sarà lo stesso: avanzare al secondo turno. E poi... partita dopo partita. Insisto, entriamo in campo pensando di poter battere chiunque".

Allena una squadra che conta 13 brasiliani nelle sue fila. Sei stato sorpreso?
"Tutti i giocatori brasiliani sono ragazzi seri, molto professionali. Hanno grandi qualità fisiche e tecniche. È un piacere allenarli e averli in squadra. Per me i giocatori sono tutti uguali: brasiliani, ucraini, africani... tratto tutti allo stesso modo".

Lo Shakhtar ha già segnato diversi gol 'made in De Zerbi' nel precampionato, partendo da dietro. Qual'è il segreto?
"Il segreto non è De Zerbi, è avere giocatori di qualità. Lavoriamo molto in allenamento. La cosa buona dello Shakhtar è che i giocatori hanno capito subito qual è la mia idea".

Ha portato al cambio di stile del 'calcio' con il suo calcio e il Sassuolo ha portato tre giocatori (Locatelli, Berardi e Raspadori) all'Italia campione d'Europa. Ti senti parte di quel successo?
"Non mi sento responsabile di questo loro successo. Mi sento responsabile per quello che ho fatto al Sassuolo. Cerchiamo di dare al club una filosofia di gioco diversa, che è ciò che mi identifica e mi rappresenta. L'Italia ha avuto la fortuna di avere Mancini, che ha portato la sua filosofia e ha portato l'Italia a vincere un trofeo attraverso un'altra modalità di gioco, che non era quella del contropiede. Questa è stata la bellezza di questa vittoria. Mancini ha cambiato la storia del calcio italiano".

Era vicino ad allenare Las Palmas, vero?
"4-5 anni fa dovevo andare al Las Palmas, che era in Prima Divisione, ma non è successo. LaLiga è un campionato che mi piace e mi stimola. In ogni caso, sono appena arrivato allo Shakhtar e credo e spero di restare qui per diversi anni".

Come vorresti che le persone ricordassero il 'tuo' Shakhtar?
"Vorrei che dicessero che abbiamo buoni giocatori, che abbiamo uno stile di gioco ben definito, che è un buon club e che è una squadra che se la gioca contro chiunque: che sia contro l'ultima del campionato ucraino o contro il Real Madrid, City, Bayern... Vogliamo giocare contro tutti con lo stesso stile e lo stesso coraggio per andare avanti e vincere".

Ti accontenteresti di vincere il campionato ucraino?
"Vincere è un obiettivo, ma sappiamo che sarà difficile. L'altro obiettivo che ho in mente è che quando lascerò lo Shakhtar voglio aver lasciato uno stile nel modo in cui gioco e nella mentalità. Come ho fatto in precedenza a Sassuolo, Benevento...".

Ha minacciato di non giocare contro il Milan perché aveva capito che la Super League era un “colpo di stato” contro il calcio. La sua riflessione ha raggiunto la Spagna e ha avuto un profondo apprezzamento.
"Penso la stessa cosa che ho detto prima della partita contro il Milan e lo confermo al 100%. Certo ci saranno club che non riusciranno mai a vincere perché il valore dei giocatori non è lo stesso. Ma, fin dall'inizio, tutti dovrebbero avere il diritto di partecipare. Non mi piaceva l'idea di avere una Super League dove c'erano squadre che partecipavano per decreto e altre che non avrebbero mai partecipato. Proprio come le 16 squadre ucraine iniziano a vincere il campionato o lo Shakhtar, se si qualificano per la Champions League, devono avere il sogno di giocarla e vincerla".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Mar 03 agosto 2021 alle 15:02
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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