Kristian Thorstvedt è il terzo acquisto del Sassuolo sul mercato estivo. Costato 10 milioni di euro, il centrocampista norvegese classe '99 arriva dal Genk, è figlio d'arte, suo papà Erik è considerato il miglior portiere fra i portieri della storia norvegese, e si è raccontato alla Gazzetta dello Sport, partendo proprio dal peso per il suo cognome: "Quanto mi è pesato? Zero. Sa quante volte mi hanno detto “Facile, tanto sei figlio di Erik...”? Mille. Ma mi ha creato solo fierezza e stimoli. Mio padre in una parola? Ispirazione".

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Qual è la parola italiana che le piace di più?
"'Bravo': ha un bel significato".

Lei, interno, è un altro prodotto di una scuola norvegese che vive un “Magic Moment”. Ecco: perché solamente ora?
"Forse perché gli scout delle varie squadre si sono finalmente spinti oltre. O magari perché siamo stati noi a crescere meglio imponendo maggiore attenzione. Se ci pensa il passato è pieno di giocatori norvegesi bravi: penso a mio papà a Solskjaer, Flo, tanti. In Italia adesso conoscete Thorsby, bravissimo, così come sono bravi Emil Bohinen con cui ho giocato da quando eravamo molto piccoli, Botheim che era mio compagno al “college”, e poi forse arriverà Strand Larsen. Tutti di valore…".

Non è che succede tutto grazie al boom di Haaland?
"La sua forza aiuta, certo. Qual è la nostra forza? Sappiamo lottare come fate voi in Italia, non ci accontentiamo mai e vogliamo sempre di più con costanza".

Lei cosa vorrebbe?
"Vincere col Sassuolo. È la squadra che mi ha voluto fortemente: c’è un gruppo sano".

Si descriva.
"Sono un centrocampista mancino, che corre tanto, rapido e che ama guardare la porta. Ma so che devo migliorare in una cosa: nel difendere".

I suoi modelli di riferimento?
"Frank Lampard al primo posto. Ammiro anche la tipologia di giocatore fra centrocampo e attacco che sa essere Thomas Muller. Mi piace fare gol: credo sia una delle mie migliori caratteristiche. Ora Dionisi mi chiede di aggredire la palla, giocare veloce e in maniera semplice".

Il grande insegnamento che le ha dato suo padre?
"Questo: dai sempre il cento per cento affinché nessuno possa rimproverarti".

Ha sempre giocato a calcio?
"Sempre. Ultimamente mi sono innamorato del golf: sport preciso e calmo, perché fuori dal campo lo sono, dentro no".

Oltre al calcio cosa c’è?
"Gli amici. La playstation ogni tanto. E letture: per approfondire conoscenze ma anche libri che trattano aspetti di psicologia e di relazioni sociali. Come andavo a scuola? Mi piacevano molto matematica e storia. Al college ho apprezzato lezioni di economia. Che tipo ero da piccolino? Abbastanza agitato: a scuola mi divertivo a tagliare il cavo di tutti i mouse dei computer".

Il suo sogno calcistico?
"Vincere una grande manifestazione con la Norvegia. E arrivare, un giorno, in Premier League".

Come descriverebbe con un solo vocabolo la Serie A che conoscerà?
"Passione".

Sezione: News / Data: Dom 17 luglio 2022 alle 10:49
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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