La Gazzetta dello Sport in edicola oggi esalta Jeremie Boga e l'arte del dribbling. Il Sassuolo è l'unica italiana nella top 20 d'Europa per dribbling tentati e riusciti e gran parte del merito va ascritto a Boga: "Jeremie si ferma, in quello che i ciclisti chiamerebbero surplace: la pausa di tensione prima dello scatto bruciante. Jeremie fa esattamente questo: aspetta l’avversario, lo sfida, io e te e nessun altro anche se sul campo siamo in ventidue, lo supera, se ne va. Poi Jeremie Boga disegna con il destro verso l’incrocio dei pali, ma quello che l’ala del Sassuolo ha fatto prima del gol è stato una parte altrettanto spettacolare. Come lo sono stati, poche ore dopo nello stesso sabato, le danze rimbalzanti di Gaetano Castrovilli sul prato del San Paolo: vado di qua, no mi sposto di là, sempre con il pallone tra i piedi che un momento lo vedi e subito dopo non c’è più. E domenica un’altra giocata del genere: quando il milanista Samu Castillejo si è liberato di Okaka con un doppio tocco in piroetta per scappare verso la metà campo dell’Udinese, il Meazza si è scaldato come dopo le reti di Rebic e Theo Hernandez.

Come i bambini. Perché il dribbling è l’elemento più primordiale, primitivo, entusiasmante, per certi versi anche infantile del calcio. Uno sport nato proprio come “dribbling game”, un continuo confronto individuale tra i giocatori in campo, che solo dopo una trentina d’anni dalla sua invenzione si è trasformato in “passing game”, gioco di passaggi, tattica inizialmente considerata non abbastanza virile. Il dribbling è rimasto però ciò che di più ludico possa esserci: i bambini con il pallone tra i piedi non pensano certo a passarselo. Scartano. Non è tuttavia soltanto un orpello da “veneziani”. Il dribbling è tornato a essere un elemento fondamentale nell’evoluzione iper-tattica del gioco moderno. Molti allenatori predicano infatti la costruzione dal basso e i cambi di gioco, e molto spesso il fine ultimo è proprio quello di cercare di mettere un proprio giocatore in situazione di “uno contro uno”. Saltare l’uomo significa avere la superiorità, permette di stappare partite bloccate. Jeremie Boga - “telecomandato” da Roberto De Zerbi che su certi concetti tattici è fra gli interpreti più europei del campionato italiano - è il perfetto interprete di questa strategia: è lui il miglior dribblatore della Serie A, sia per il numero di dribbling tentati (137), sia per quelli completati (82), in una squadra che è nettamente prima nella ricerca di questo fondamentale (22,8 dribbling tentati a partita, 13 quelli riusciti). A livello individuale, l’ala franco-ivoriana è seguita da Castrovilli (90 tentati, 61 completati) e da tre colleghi di ruolo: il bolognese Orsolini (82 tentati, ma solo 32 riusciti), il romanista Zaniolo (79 e 43), il parmense Kulusevski (75 e 37). Se ci si limita a solo quelli riusciti, i migliori per squadra sono sempre Boga e Castrovilli, seguiti da Zaniolo, Amrabat e Dybala. A livello collettivo, invece, dopo il Sassuolo c’è il Torino: Mazzarri è un tecnico che punta molto sull’uno contro uno sulle fasce, e infatti il suo miglior dribblatore è Ola Aina

Prima di proseguire, serve il “disclaimer”. Per la raccolta dati ci siamo serviti di Opta, che considera dribbling tentato anche quando un giocatore si allunga il pallone e tenta di superare l’avversario semplicemente in progressione, senza - diciamo - alcuna componente di tecnica individuale.Un dribbling riuscito si verifica quando il giocatore supera il difensore conservando il possesso, i dribbling non riusciti si verificano invece quando il giocatore viene contrastato. Detto questo, a che punto è la Serie A? Si vedono abbastanza dribbling? L’impressione sarebbe no: il nostro campionato non sembra un campionato di dribblatori. Le statistiche smentiscono parzialmente questa visione: come dribbling tentati/riusciti, le cifre nei Top 5 d’Europa sono abbastanza vicine. Eppure uno sguardo più dettagliato denuncia qualche differenza che l’occhio aveva già colto. Tra le prime 20 squadre per dribbling tentati in Europa, 8 sono inglesi, 5 francesi, 5 tedesche, una sola spagnola (il Barça di Messi) e una sola italiana (il Sassuolo). Tra le prime 20 per dribbling riusciti: 6 inglesi, 5 tedesche, 4 francesi, 4 spagnole (più tecnica...), una sola italiana (il solito Sassuolo). Da noi, insomma, è tutto più equilibrato, ma verso il basso, mentre all’estero c’è maggiore differenza tra squadre con giocatori più forti e altre meno tecniche. In Premier ben 11 squadre sono sopra i 20 dribbling a gara (Zaha del Palace ne ha provati 220!), 10 in Ligue 1 (Psg primo in Europa), 8 in Bundesliga, 5 in Liga. Appena 3 in Serie A. Sorprende che tra quelle 11 inglesi non ci sia il Liverpool, che cerca l’uno contro uno, statisticamente, quanto Roma e Juventus".

Sezione: News / Data: Gio 23 gennaio 2020 alle 11:19
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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