Un Sassuolo troppo brutto per essere vero quello visto sabato allo stadio Olimpico. Era uno scontro diretto per l'Europa, anche se nessuno lo ha ammesso, ma la classifica, prima della sfida con la Lazio recitava chiaramente: 49 a 43. Vincendo il Sassuolo avrebbe potuto alimentare quella piccolissima fiammella che si era accesa dopo la serie di 6 risultati utili consecutivi tra febbraio e marzo. La sosta però ha tagliato le gambe e ha spento definitivamente quella fiammella, sepolta sotto la cenere da Lazzari e Milinkovic-Savic, ma soprattutto da una opaca prestazione. Ci si attendeva di più, al di là del risultato. 'Solitamente' il Sassuolo gioca bene anche quando perde. Ieri non è stato così. Ma, come nota 'positiva', bisogna aggiungere anche che la Lazio ha rispettato il Sasol, trattandolo come una 'grande squadra'. E questo è sicuramente un merito dei neroverdi, che questo rispetto se lo sono guadagnato sul campo, nelle precedenti 30 partite.

I neroverdi hanno avuto le prime due occasioni del match con Scamacca e Frattesi ma poi c'è stata solo Lazio fino alla fine del primo tempo, quando c'è stato un timido risveglio da parte della formazione di mister Dionisi. Risveglio illusorio perché la Lazio ha ripreso a macinare gioco e il Sassuolo non ha saputo rispondere (il palo di Frattesi, il tiro di Defrel, occasioni sporadiche).. Gli attaccanti sono apparsi scarichi e il gioco non è stato fluido come al solito. È la prima volta che il Sassuolo di Dionisi quest'anno scende in campo contemporaneamente senza Maxime Lopez e Domenico Berardi, in sostanza due dei tre giocatori con più minutaggio. Provate a togliere alla Lazio Milinkovic-Savic e Ciro Immobile. I due neroverdi hanno saltato in tutto 6 gare: in totale, senza di loro, 2 vittorie, 3 sconfitte e un pareggio. Ma le assenze di Maxime e Domenico, seppur importanti, non possono bastare a giustificare una cattiva prestazione.

Dionisi ha definito il Sassuolo "lezioso". E in effetti, soprattutto nel primo tempo, abbiamo assistito a tantissimi errori da parte dei neroverdi, a tratti persino irriconoscibili. Nella ripresa qualcosina, almeno da questo punto di vista, è cambiato. Ma forse la fotografia della gara sta nel calcio di punizione di Raspadori, battuto malissimo e diventato poi da regolamento calcio di punizione per la Lazio, e dalla rimessa laterale sbagliata assegnata poi alla Lazio. Una doppia esecuzione sbagliata sintomo di scarsa concentrazione e poca lucidità che ha pervaso anche Gian Marco Ferrari in occasione del primo gol. Nulla da aggiungere. Sconfitta meritata e serie di 6 risultati utili consecutivi in archivio. Domenica la bestia nera Atalanta. Sassuolo, almeno gioca (e lotta).

Sezione: Editoriali / Data: Dom 03 aprile 2022 alle 18:40
Autore: Antonio Parrotto / Twitter: @AntonioParr8
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