"Tutto esiste, chiede di esistere, perciò si sviluppano situazioni, a volte portatrici di potenti configurazioni emotive, e un destino finisce per compiersi". Ieri notte, al rientro dallo Zini dopo la "lunga" trasferta di Cremona causa controesodo, dopo aver mangiato un panino all'autogrill (ma sono arrivati i dazi di Trump?) e dopo aver assistito a una bella famigliola, di quelle che hanno il pass ad honorem per i peggiori autogrill di Caracas, minacciare in videochiamata col vivavoce una ragazza ("ora mi costringi a spaccarti la faccia" fra i complimenti "migliori"), prima di mettermi a letto mi sono seduto nel mio studio, sulla mia poltrona marrone in finta pelle (e chi se la può permettere la pelle vera?), ho bevuto un goccio di Talisker invecchiato 10 anni (ma visto l'editoriale in salsa francese avrei dovuto optare per uno Champagne, che non ho), ho aperto "Serotonina", libro di Michel Houellebecq che parla di un depresso, delle sue storie-non storie, della voglia di suicidio e a un certo punto anche di omicidio di un bambino per riprendersi la donna amata, di un farmaco inventato (Il Captorix, una piccola compressa bianca, ovale, divisibile, stimolo alla produzione di quella serotonina che dà il titolo al libro) e in tutto questo ho trovato l'incipit l'editoriale post Cremonese-Sassuolo. Ora mi chiedo: sono depresso o mi ha depresso Cremonese-Sassuolo?

Non è stata una partita indimenticabile, specie nel secondo tempo, mentre nel primo tempo si sono viste diverse giocate di qualità e buone trame con le due squadre che hanno rispettato l'altra e forse ha prevalso più la paura di dar campo all'avversario che la voglia di andare a prenderselo. Per usare un'altra citazione francese, stavolta di Baudelaire, potremmo dire che "terribile è il gioco dell'amore (in questo caso del calcio), dove è necessario che uno dei due giocatori (una delle due squadre) perda la padronanza di sé stesso”. Ecco, nessuna ha perso quella padronanza necessaria a far aprire il campo e gli spazi per il divertimento.

Meglio la Cremonese nel complesso, non solo nei numeri della gara, ma anche come 'sensazione generale'. Buon pressing in avanti, sviluppo gioco dal basso - nonostante resti alla mente l'errore del portiere Fulignati che ha 'regalato' palla a Laurienté bravo poi a intercettare e a segnare da 30 metri a porta sguarnita per il suo 18° centro in campionato - e buona circolazione per sviluppare il gioco soprattutto sui due esterni e forse non è un caso che il gol del pari è arrivato proprio dall'esterno, Barbieri, che si è inventato il gol della domenica.

Dopo i due cazzottoni, nulla più. È una gara che per certi versi ha un po' deluso le attese, che inizialmente aveva altre premesse, prometteva più spettacolo, ma mantenere le promesse, si sa, non è cosa di questo mondo ("Se vuoi avere successo a questo mondo, prometti tutto e non mantenere nulla" diceva Napoleone, sempre un francese, oggi va così). Le due squadre, nonostante i cambi di formazione, hanno probabilmente pagato la terza gara ravvicinata (si dice che sia proprio la terza la più difficile) ma il Sassuolo ha tenuto testa a un avversario che all'andata aveva vinto per 4-1 a Reggio dando una grande dimostrazione di forza e la sensazione che in questo campionato potesse recitare un ruolo da protagonista e invece, proprio dopo quella gara di fine agosto, i destini si sono invertiti e - per tornare all'incipit - si sono compiuti, con il Sassuolo che proprio ieri ha ottenuto l'aritmetica certezza del 1° posto in classifica vincendo dunque il campionato e venerdì prossimo riceverà la Coppa con capitan Obiang che 13 anni dopo Magnanelli alzerà al cielo il trofeo, e con il gol di Laurienté che è valso l'iscrizione nel libro dei record della Serie B con 78 reti in campionato, meglio del Milan di Castagner 82/83.

Insomma, in attesa del conclave vero e proprio - che a giudicare da come viene trattato dai giornali sembra più una votazione del grande fratello con tanto di nominations, ripescaggi, confessionale, manca solo Alfonso Signorini a gridare "Ragazziiiii" - la Serie B ha espresso il suo verdetto con il comignolo (trovate anche gli articoli su come funziona, su come è stato montato, sulle fumate (eh) sulle stufe, e tutto il resto) piazzato sul Mapei Stadium e che ha emesso il suo verdetto. Né bianco, né giallo, né nero. No, solo neroverde!

Sezione: Editoriali / Data: Lun 05 maggio 2025 alle 20:55
Autore: Antonio Parrotto
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