Alle origini di Agustin Alvarez. Noi di SassuoloNews.net abbiamo contattato in esclusiva l'agente del Canario che ci ha raccontato le sue emozioni per la rete realizzata contro il Torino. GianlucaDiMarzio.com ha sentito Mario Zipitria, scout del Peñarol ed ex allenatore dell’attaccante del Sassuolo, Agustin Alvarez Martinez, che ha parlato del gol al Toro, il primo in A con la maglia del Sasol, ma non solo. Ecco le sue parole: “La rete contro il Torino, l’ho vista sui social dopo la partita. È stato un bel momento anche per me. Poi ho mandato un messaggio ai suoi genitori per complimentarmi. Ma in quel modo ne ha fatte tante nelle giovanili del Peñarol: gli darà tranquillità e fiducia da parte della squadra. E ne arriveranno altre”.

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È stato lui a scoprire El Canario e a portarlo nelle giovanili dell’Aurinegro all’età di 11 anni: “Giocava nel River Plate di Montevideo, lo vidi da avversario contro il Peñarol e poi in un torneo in Argentina dove partecipavano entrambe le squadre: lì l’ho visto migliorato ed è stato il momento in cui mi è piaciuto di più perché giocava contro squadre che non si conoscono, così l’ho invitato a giocare da noi. Prima avevamo invitato Pellistri, che giocava nel River e ora gioca nel Manchester United, ma suo padre mi disse: “C’è anche un suo amico da portare”. E io gli risposi: “Se si tratta di Agustin va bene!”. I due si intendevano a memoria. Agustin già nel primo allenamento dimostrò subito le sue qualità, ma anche qualcosa in più: essendo tifoso del Peñarol, come tutta la sua famiglia, dava tutto per la maglia. Con me ha sempre giocato da attaccante, poi dopo qualche volta anche da trequartista. Vive per il gol. Cerca sempre la porta, aveva già un buon tiro da fuori area, si arrabbiava se sbagliava, ed era un giocatore intelligente perché oltre ai movimenti che faceva per liberarsi, se non aveva spazio per tirare si appoggiava sull’esterno per poi ricevere in area: ci sono cose che si insegnano e altre che vengono naturali. Lui era già un goleador a 11 anni”.

Tra i tanti momenti vissuti insieme in quei tre anni ce n’è uno che è rimasto scolpito nella mente di Zipitria: “Ricordo che quando aveva 12 anni siamo andati in Brasile a giocare contro il Vélez e io gli dissi ad Agustin: 'Vediamo se fai gol anche qui come fai da noi'. E lui mi rispose: 'Sì! Vedrai che ce la faccio, sono partite uguali a quelle che giochiamo in Uruguay'. E così è stato, perché ha segnato anche lì, senza tener conto del livello dell’avversario e dove si giocava la partita. Ha dovuto fare molti sacrifici. Noi ci allenavamo in tardo pomeriggio e la sua famiglia doveva fare avanti e indietro da San Bautista per più di un’ora per portarlo all’allenamento a Montevideo. Tutto ciò l’aveva spinto a pensare anche di lasciare il calcio, ma i suoi genitori Juan Carlos e Andrea lo hanno sempre incoraggiato a continuare”. 

Momenti difficili ne ha passati anche nello scorso semestre, con il mancato trasferimento alla Fiorentina, la positività al covid durante la preparazione e a un conseguente calo di rendimento. “Continuavo a dire ai suoi genitori che il suo momento sarebbe arrivato. Se non hai costanza in questo sport non arrivi, ma lui ce l’ha. Inoltre è un ragazzo ben educato. E ha solo 21 anni, può crescere ancora molto”. Ora se lo gode il Sassuolo.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Mer 21 settembre 2022 alle 13:02
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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