"Sono sicuro che recuperando tutti siamo una squadra forte che può e deve ambire a fare meglio della passata stagione come piazzamento finale": parole e musica di Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo. Quanto hanno inciso e quanto hanno pesato le assenze di Domenico Berardi, Hamed Junior Traorè, Mert Muldur e Gregoire Defrel non lo sapremo mai. Ma possiamo farcene un'idea. Il Sassuolo in questa stagione ha voltato pagina, cambiando modo di giocare, affidandosi un po' di più alle ripartenze, a un gioco meno ragionato, meno votato alla spasmodica ricerca del possesso palla a volte un po' troppo irritante e che influenzava la squadra - talvolta si specchiava troppo nella sua bellezza e non riusciva a essere concreta - puntando anche sul contropiede, su un gioco con meno possesso (l'anno scorso la media si attestava attorno al 60%, quest'anno siamo attorno al 47%, dunque qualcosa di radicalmente profondo è cambiato nel gioco del Sasol di Alessio Dionisi) ma più verticale. Inoltre, la squadra è stata puntellata sul mercato: sono arrivati 6 nuovi calciatori, un difensore centrale, un centrocampista centrale, due nuovi centravanti e due nuovi esterni d'attacco che sono andati a rimpiazzare, fra gli altri, i vari Raspadori, Scamacca, Djuricic e Chiriches, senza dimenticare le pesanti assenze all'interno dello spogliatoio di un mostro sacro come Magnanelli, che ora è passato dall'altra parte della barricata, e di un altro veterano come Peluso che ha formato lo zoccolo duro degli emiliani vestendo la maglia nero e verde per 8 anni.

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La rivoluzione in atto però non ha ancora dato i suoi frutti, non ha ancora pagato i dividendi. Se nella prima parte di stagione, il Sassuolo aveva fatto intravedere una volontà diversa, nella seconda metà di stagione invece ci sono stati dei costanti e ripetuti passi indietro, fino ad arrivare alle bruttissime prove contro Empoli e Bologna, due fotocopi di alcune gare incolore contro formazioni dello stesso livello dei neroverdi, intervallate dalla prova di grande consapevolezza e attenzione contro la Roma, in cui è arrivato un pareggio. I numeri sono tutti negativi rispetto al recente passato. Ci sono 3 punti in meno rispetto a un anno fa dopo 15 giornate, addirittura 9 gol fatti in meno. Solo i gol subiti sono stati di meno quest'anno, nonostante i 5 clean sheets, 22 contro 23 di un anno fa, quando l'annata terminò con 66 gol incassati. È vero che - come dice Dionisi - questa è una squadra nuova e diversa rispetto allo scorso anno (il calcio sta andando in certe direzioni, anche sul mercato sono arrivati dei giocatori più fisici e meno tecnici, proprio per cercare di assecondare l'allenatore in questa sua nuova versione, con il cambio modulo, dal 4-2-3-1 al 4-3-3 che nelle sue idee dovrebbe dare maggiore equilibrio) ma l'osso duro è rimasto. Se prendiamo in esame la formazione titolare della passata stagione (4-2-3-1 con Consigli; Toljan (Muldur), Chiriches, Ferrari, Kyriakopoulos (Rogerio); Maxime Lopez, Frattesi; Berardi, Raspadori, Traorè; Scamacca) e la confrontiamo con quella di quest'anno (4-3-3 con Consigli; Toljan (Muldur), ERLIC, Ferrari, Kyriakopoulos (Rogerio); Frattesi, Maxime Lopez, THORSTVEDT; Berardi, PINAMONTI, LAURIENTÈ (Traorè) notiamo che i cambi sono stati 3 o al massimo 4, senza dimenticare che alla guida c'è sempre lo stesso allenatore, ovvero mister Alessio Dionisi.

Quella neroverde era una macchina potente, un Suv (Magnanelli ha definito la formazione dell'anno scorso una delle più forti del Sassuolo da quando lui è in neroverde), che a tratti si è trasformato in Ferrari. Ora, ci scuserà mister Dionisi, è un'utilitaria di seconda mano che fatica ad accendersi al mattino. Non tutto, ovviamente, è da buttare via. Il pessimismo dopo le due cocenti battute d'arresto contro Empoli e Bologna regna sovrano. In particolare perché al Castellani la squadra ha messo in piedi uno spettacolo horror che non andava ripetuto. E invece è stato pure concesso il bis (non richiesto) nel derby contro il Bologna! Giusta la contestazione dei tifosi, che hanno deciso di alzare la voce dopo la brutta figura del Dall'Ara. Ora però bisogna voltare pagina in vista del 2023. C'è una lunga sosta che ci attende. Un inverno doppiamente triste: c'è il Mondiale senza l'Italia, il Sassuolo tornerà in campo (in gare ufficiali) solo a partire dal 4 gennaio prossimo. Dopo le critiche, le contestazioni, ecc, bisogna cercare di pensare con ottimismo al futuro, anche se in questo momento la luce in fondo al tunnel appare molto distante. Il Sassuolo infatti ha ancora margini di crescita. Gli infortuni di Berardi, Traorè, Muldur e Defrel non possono bastare a giustificare i pochi gol fatti, le brutte prestazioni e la brutta classifica (il Sassuolo ha gli stessi punti del Monza che ha perso le prime 5 partite consecutive, gli stessi punti del Lecce neopromosso, due punti in più dello Spezia) ma sono comunque delle attenuanti che, in vista del 2023, diventano delle speranze. Il Sassuolo ha giocato con Berardi e Laurientè (uno dei due nuovi acquisti più positivi insieme a Erlic) solo nel secondo tempo di Bologna ma ovviamente Mimmo non era al massimo e la gara ormai era compromessa (Berardi è entrato sul 2-0). Pinamonti attende con ansia il rientro del numero 10, ancora una volta chiamato a salvare la Patria neroverde. Stavolta insieme a Traorè, Muldur e agli altri. E poi chissà che non arrivi un aiutino o due dal calciomercato Sassuolo. Carnevali ha parlato solo di cessioni (ma non dei big). Bisognerà sfoltire la rosa ma qualche nuovo innesto non è da escludere.

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Sezione: News / Data: Mer 16 novembre 2022 alle 17:00
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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