Andrea Consigli, portiere e leader del Sassuolo, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport ("Di interviste ne ho fatte poche, da sempre" ha detto l'estremo difensore neroverde). Consigli ha svelato un retroscena sul suo approccio con il ruolo ("Sa cosa successe da piccolo? Giocavo in mezzo al campo. Ma non mi divertivo. Così, un giorno, dissi: “O mi mettete in porta oppure vado via”. Mi misero in porta") e ha poi parlato dei rigori, dell'esultanza alla McGregor e degli obiettivi neroverdi. Andrea Consigli, terzo nella classifica dei pararigori dopo Handanovic e Pagliuca, è col suo Sassuolo nel ritiro di Marbella. In questo Sassuolo manca ancora il colpo del k.o. E non per dire...

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Consigli, quando rivedremo la “Billionare Strut”?
"La camminata di Conor McGregor? Cominciai a farla come esultanza ai tempi di Di Francesco, quindi sette anni fa, dopo i rigori parati. Se ricapita, la ripeto eccome...".

E’ appassionato di boxe o MMA?
"Moltissimo. Guardo anche incontri, riunioni, mi informo. McGregor il preferito? Ero più per Anderson Silva ma in assoluto mi piacciono quelle discipline. Se le ho mai fatte? Poco, del resto da giocatore non posso… Ho boxato ma lievemente...".

Al Sassuolo quale cazzotto (da dare) manca?
"Abbiamo passato un periodo difficile con diversi giocatori infortunati. Berardi, Traoré, Defrel, poi Muldur. E se nella prima parte del campionato abbiamo resistito, beh, nella seconda fase pre-Mondiale siamo un po’ scivolati. Nelle ultime tre gare, per esempio, abbiamo fatto un punto. Ci è mancato il cazzotto decisivo, per restare in tema, bloccando continuità e crescita".

Lei è al Sassuolo dal 2014. I tre capitoli indimenticabili?
"La partita contro l’Athletic Bilbao, anche la qualificazione contro la Stella Rossa In Europa League o il rigore parato al Lucerna. Due: l’anno precedente che ci portò in Europa. Tre: l’ultimo anno di De Zerbi, calcio di alto livello, eravamo diventati dominanti. Facevamo paura".

Tornerete dominanti?
"Sul gioco probabilmente no. E non è una critica a Dionisi. Lui e De Zerbi hanno due richieste di calcio differenti: il tecnico attuale ama verticalizzare prima, De Zerbi amava fare tutto col possesso. Differenze ma non è detto che non si potrà volare".

Una statistica recente ha scoperto un suo record: è il giocatore che ha più presenze in A senza 1’ giocato in azzurro.
"Mai stato un cruccio, davvero. Vede, nella mia vita mi manca solo una cosa: vivere la Champions League. Ho vissuto la C, la B, la A, l’Olimpiade, due Europei Under 21 e una convocazione (con Prandelli) in Nazionale maggiore".

Ecco: ma quei zero minuti?
"Sa cosa un po’ mi pesa? Che in un certo periodo sarei dovuto essere presente nei convocati della Nazionale ma non sono mai stato preso in considerazione. Sono supercritico con me stesso, ma credo di essermi evoluto, mi è stato riconosciuto il fatto di essere un portiere moderno: non in azzurro".

La costruzione dal basso sparirà o si attenuerà ancora?
"Si è già trasformata. Ora si è passati all’uomo su uomo che rende tutto più difficile, e così le squadre vanno alla ricerca di alternative tipo il portiere come Milinkovic-Savic che serve un giocatore cinquanta metri più avanti…".

Lei cosa farà da grande?
"Ho il contratto fino al 2025. Quando col Giovanni Carnevali decidemmo di prolungare, avevo anche la possibilità di andare via ma ho preferito Sassuolo. Perché si sta bene. Credo che l’ultimo anno di contratto potrei fare da chioccia a un giovane e poi sì, magari l’allenatore dei portieri".

Il Sassuolo dove arriverà?
"Oggi ci mancano punti, non so se 4 o 5. L’obiettivo è la classifica di sinistra. E crescere. Dopo le uscite importanti che ci sono state dobbiamo fare un bel campionato e crescere i nuovi e i ragazzi. Insomma, riaprire un ciclo. Qui si può".

Sezione: News / Data: Gio 15 dicembre 2022 alle 12:07
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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