In bacheca due Viareggio, uno scudetto ed una supercoppa Berretti, più la qualificazione alla Primavera 1 quando si decise lo spezzatino del massimo campionato giovanile. Stiamo parlando di Francesco Palmieri, responsabile del Settore Giovanile del Sassuolo Calcio. Il dirigente neroverde, barese purosangue, si è raccontato ai microfoni della Gazzetta del Mezzogiorno, tornando sulla vittoria al Viareggio e non solo: "Non siamo mai retrocessi - racconta Palmieri, miglior dirigente del settore giovanile dell’anno scorso -. E non è mica facile restare dentro un torneo tanto difficile. Pensate, sono retrocessi club come Milan, Lazio, Genoa, Udinese, Napoli, Verona. Ma anche a Parma mi sono tolto delle soddisfazioni, vincendo lo scudetto Allievi nazionali ed arrivando a giocare tante finali".

LEGGI ANCHE: Palmieri: "Sassuolo una società forte con idee chiare. Il lavoro parte da lontano"

Ma per un dirigente del settore giovanile le vittorie non possono e non devono essere l’unica soddisfazione.
"A me emoziona ancora sapere che tanti ragazzi passati dalle società in cui ho lavorato, giocano a buoni livelli. Io reputo bellissimo lavorare con i giovani. E vi dico che è più duro lavorare con i giovani che con i grandi. Non scherzo quando dico a tanti miei colleghi che passando di 'grado' finalmente un po’ ci si riposa. La mole di lavoro è enorme, con tante difficoltà attorno".

La carriera da dirigente?
"Quando smisi di giocare, a Bari, mi fu data la possibilità di operare da team manager. Ma in effetti vedevo molte partite di C, cercavo giocatori insomma. Ebbi la fortuna di fare un colloquio a Parma, da lì è cominciata la mia avventura. Non finirò mai di ringraziare Vincenzo Matarrese, poi Carlo Regalia e Fausto Pari che mi hanno dato il “la”. A Parma e Sassuolo ho trovato gente che mi ha dato la possibilità di creare ciò che volevo, portare collaboratori, allenatori con i quali lo scambio di idee è stato costante. I giovani vanno presi e coccolati, aiutati a cresere, bisogna dar loro fiducia. Io sono un esempio. Non ho dimenticato mai l’esperienza a Carovigno, in Promozione... Il balzo fra i grandi è difficile, dipende chi trovi sulla tua strada. E ovviamente dipende pure dal ragazzo".

Del Viareggio che le resta?
"Tanta emozione, è stata la prima edizione under 18. Dagli ottavi in poi tutte squadre forti. Il Viareggio ha sempre trasmesso un appeal incredibile. E a Sassuolo ne abbiamo vinti due, fatto storico".

A proposito degli avversari, nigeriani: quale la condizione del calcio giovanile africano?
"Tecnicamente fortissimi, una grande sorpresa per tutti".

In Italia come è messo il calcio giovanile in generale?
"Discretamente. Il problema è che crediamo poco nei giovani. A 19 anni se sono bravi devi lanciarli e basta. Ai ragazzi va data anche la possibilità di poter sbagliare, altrimenti non impareranno mai. All’estero li buttano nella mischia anche a 16-17 anni. E poi non abbiamo le seconde squadre,. La Juve è l’unica società, lo dovrebbero fare tutti. I giovani bravi ci sono. Magari bisognerebbe imporre ai club di “promuovere” a fine anno almeno un giovane in prima squadra. Altrimenti a che serve il settore giovanile?".

Da ex attaccante, cosa cerca in un giocatore? La tecnica conta ancora? E quanto?
"Conta sempre l’aspetto tecnico, anche se oggi molti badano soprattutto al fattore fisico. È anche giusto. Ma senza tecnica dove vai? Prima di correre bisogna saper toccare il pallone. O è cambiato il mondo? Ricordo la nostra palestra di calcio: era la strada, lì si imparava a dribblare di tutto...".

Sulla panchina della Primavera del Sassuolo c’è Emiliano Bigica, altro grande ex biancorosso: lo descriva come allenatore.
"Molto, molto bravo. Farà carriera. È molto competente, avrebbe già potuto allenare in C".

Le squadre Primavera piene di stranieri non riducono il serbatoio dal quale le Nazionali andranno ad attingere?
"No, non ritengo decisivo questo. Ora in Italia chiedono cifre impossibili per ragazzi bravi ma tutti da verificare. Bisogna ridurre le pretese e pensare al futuro dei nostri ragazzi. Ma forse bisognerebbe ridurre il numero degli stranieri per dare possibilità anche ai nostri talenti di trovare spazi. Dico che le regole andrebbero riviste".

Sezione: Settore Giovanile / Data: Mar 12 aprile 2022 alle 12:48
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
vedi letture
Print