Anche Marco Tardelli ha voluto dire la sua sull'uomo del momento, Mimmo Berardi. L'ex calciatore, nel suo spazio su La Stampa, si è soffermato sulla decisione del classe '94 calabrese di rimanere a Sassuolo, nonostante le richieste. Ecco le parole di Tardelli: "Mi sono chiesto più volte perché Domenico Berardi, un giocatore di così straordinaria qualità, non abbia mai sentito il bisogno di lasciare il Sassuolo per confrontarsi con club, diciamo più famosi, che sicuramente avrebbero potuto dargli più notorietà internazionale. Tutti gli anni durante il mercato il suo nome è sempre molto vicino a squadre importanti, come è capitato con la Juventus in agosto. Ma alla fine solo tanto rumore, perché come sempre rimane lì a Sassuolo nella città che lo ama, lo protegge e lo fa sentire a casa, insomma una comfort zone che lo rassicura. Un mancino speciale, un fuoriclasse, quel piede basta per tutto quello che i compagni si aspettano da lui. Assist, gol, quelle grandi giocate che i suoi compagni conoscendolo pretendono. Solo lui può cambiare l’andamento delle gare, lui che destabilizza le difese avversarie con i suoi colpi geniali, semplici e disarmanti che ti lasciano a bocca aperta".

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Prosegue poi il campione del mondo: "Non lo conosco personalmente e non posso giudicarlo caratterialmente ma le origini calabre ed i suoi comportamenti in campo mi fanno pensare ad una persona tosta di carattere non facile. Discute spesso con arbitro ed avversari, abbastanza rissoso e fumantino come diciamo noi in Toscana. Ogni tanto commette falli che potrebbero lasciare gravi conseguenze e che non ti aspetti soprattutto da un giocatore con le sue qualità. Ha iniziato male la sua avventura con la maglia azzurra, rifiutando la convocazione nell’Under 19 che gli è costato 9 mesi di squalifica per violazione del codice etico ma poi è riuscito a vincere gli europei a Wembley contro l’Inghilterra, realizzando anche il primo rigore della serie, sotto la guida di Roberto Mancini. Ritengo Domenico un fuoriclasse, i numeri parlano chiaro. Un leader che avrebbe dovuto osare di più e fare quel salto che gli avrebbe dato la possibilità tutti i giorni di confrontarsi con grandi campioni e partecipare alle coppe internazionali che ti inondano di esperienza che non puoi capire partecipando solo al campionato italiano. Imparare a sopportare lo stress delle squadre che sempre devono vincere. La vita è sempre una sfida con noi stessi ed un cambiamento può trasformarsi in un fallimento, ma il vero fallimento è non provarci".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Ven 29 settembre 2023 alle 17:01
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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