Il Sassuolo, nella sua breve esperienza ai vertici, è stato spesso pietra di paragone per il Bologna. Sabato arriva il derby e l'ex difensore Lorenzo Minotti ne ha parlato ai microfoni de La Repubblica - edizione Bologna: "Il Sassuolo è stata la maggior sorpresa della seconda decade degli anni ’10, un’isola felice che vanta stadio di proprietà, centro tecnico nuovo, una visione che ha creato un modello di far calcio nonostante il bacino d’utenza di una piccola città circondata da realtà come Parma, Reggiana, Modena, con meno risultati ma più tradizione. Il Bologna ha preso la stessa strada per visione e programmazione, scegliendo la via intelligente di consolidarsi nei giusti tempi dopo tanti saliscendi. Peccato i ritardi sullo stadio, ma ha lavorato sul centro tecnico e sullo staff, prendendo Sartori e dando a Di Vaio un ruolo di riferimento, ha scelto molto bene un allenatore che fa la differenza e ha dato quel che serve per avere ambizioni importanti".

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Parlando di salti di qualità, perché Berardi non è mai andato in una big?
"Nelle prime stagioni non si sentiva pronto, poi forse non è arrivata l’offerta giusta per lui e il Sassuolo che giustamente vuole tenerlo. È un peccato non abbia potuto mostrarsi ad alti livelli, il che ha frenato la sua carriera perché se non giochi con continuità coppe e partite che contano l’esplosione non arriva. Ora forse la cosa migliore sarebbe chiudere a Sassuolo e diventare la più grande icona della storia del club".

Orsolini, invece, può ancora esplodere?
"Mi ricorda il primo Berardi, che aveva un talento smisurato ma una mentalità che non andava di pari passo, perdendosi tra proteste, sprechi di energie, gialli. Poi è molto maturato in autostima e consapevolezza del suo ruolo ed è un giocatore migliore. Orsolini è più giovane e deve fare lo stesso percorso di crescita personale, non accontentarsi, se ci riuscirà potrebbe aver ancora da mostrare la sua parte migliore".

Dionisi contro Motta, due modi diversi di far calcio.
"Motta entusiasma con un calcio organizzato e imprevedibile, dove tutti devono saper fare tutto e senza un modulo preciso ma una capacità di interpretare la gara a seconda di momenti e avversario. Dionisi opta per un calcio di possesso più spregiudicato ma legato a un modulo e sviluppi di gioco consolidati".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Gio 26 ottobre 2023 alle 11:28
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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