Emma Girotto è l’ultima di una vera dinastia di calciatrici, iniziata con la nonna Rosanna Bolzonello e proseguita poi con la madre Louiselle Carniato. La calciatrice del Sassuolo Femminile protagonista agli Europei con l'Italia U19 che si è arresa solo in semifinale alla Spagna ha parlato a IlNordEst raccontando la sua giovane carriera e non solo: "Nonna ha iniziato a giocare a calcio a livello dilettantistico, poi nel 1997 – racconta la giovane attaccante – ha fondato una squadra, la CF Musano, che successivamente è diventata l’ACF Trevignano, con cui mia madre ha giocato fino alla Serie C".

Emma, si può dire che lei sia cresciuta a pane e calcio?
"Sì, direi proprio di sì. Come dicevo, mia madre ha giocato per tanti anni, arrivando fino alla Serie B, mentre anche mio padre è arrivato a disputare il campionato di Promozione. Insomma, a casa il calcio era il fulcro di tutto.A un certo punto scelsi perfino di praticare atletica, per “spezzare”un po’ questa tradizione, ma il richiamo del rettangolo verde è stato inevitabile. Ho iniziato così a giocare con i maschi nella Fulgor Trevignano, poi è arrivata la chiamata del Cittadella, ed è stata una vera emozione. Il coronamento di tutto, però, è stato l’approdo al Sassuolo: entrare in un club così prestigioso è stato incredibile".

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Ha definito il Sassuolo una società prestigiosa, cosa significa per lei indossare la maglia neroverde?
"Per me è un onore giocare per il Sassuolo, e poter indossare questi colori in Serie A mi riempie di gioia.Se potessi,mi piacerebbe costruire la mia carriera qui, perché il legame che ho con questa società è davvero profondo. Sono sinceramente grata".

Immagino che avere una mamma e una nonna ex calciatrici le dia una spinta in più in campo.
"Loro non mancano mai,sono sempre presenti. Anzi, proprio adesso mi raggiungeranno in tempo per la sfida di domani contro la Francia. Per me, sapere di avere la mia famiglia al mio fianco è fondamentale. Il loro sostegno fa davvero la differenza".

Lei viene dalla Marca, una terra che ha dato i natali a Manuela Giugliano, la prima calciatrice italiana candidata al Pallone d’Oro. Sente un’affinità con lei?
"Indubbiamente,mi sento vicina a lei perché siamo entrambe originarie della Marca. Ma in realtà c’è anche un episodio curioso che ci lega: Manuela è stata avversaria sia di mia madre sia mia. Mia mamma l’ha incontrata in campo quando lei era ancora giovanissima, e io l’ho affrontata da avversaria proprio con il Sassuolo".

Fai parte della nuova generazione di giocatrici cresciute fin da subito con il professionismo. Quanto è stato fatto finora per il calcio femminile e quanto resta ancora da fare?
"È vero, sono stati abbattuti molti ostacoli, ma c’è ancora strada da percorrere. Il divario con il calcio maschile è evidente, ma credo che siamo sulla giusta via per continuare a crescere".

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Sezione: Sassuolo Femminile / Data: Ven 27 giugno 2025 alle 16:56
Autore: Manuel Rizzo
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