Un amore viscerale quello tra Roberto De Zerbi e il calcio. L'ex allenatore del Sassuolo, come sempre senza filtri e senza peli sulla lingua, ha parlato al Corriere dello Sport raccontando la sua passione per questo sport: "Sono fuori di casa da quando avevo quindici anni e a 42 non sono ancora rientrato. Ne porto i segni. Ho dato e continuo a dare tutto me stesso al calcio e mi sono perso il resto. Il calcio procura vantaggi economici che pochi altri lavori possono offrire, e gratificazioni, notorietà, opportunità. Tutto si paga, però, e il prezzo è elevatissimo. La famiglia ne risente, e trascuri gli amici, hai preso strade diverse, di costante assenza, sei uscito dalla tua comunità. L’ho accettato prima ancora di volerlo. Per passione, la passione è il motore. Per questo mi sta sui coglioni chi il pallone lo sfrutta".

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A chi ti riferisci, scusa? "A quelli che lo vivono come un passatempo, un privilegio senza data di scadenza, un modo per campare bene, la macchina che produce soldi e garantisce visibilità. Non sopporto chi timbra il cartellino. Quando alleni, individui in un attimo chi è spinto dall’amore per il calcio e chi invece non ne ha, o non a sufficienza. Il successo inizia dalla passione per il proprio lavoro".

Sezione: Non solo Sasol / Data: Sab 09 ottobre 2021 alle 20:03
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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