Emiliano Bigica, allenatore del Sassuolo Primavera, è stato il protagonista della nuova puntata del format "Mister SI nasce" su Sportitalia. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore neroverde sulla sua carriera e non solo: "Nasco proprio a Bari. Cresco nella mia città e divento una bandiera del club. Mi sento davvero un uomo fortunato. Era un bell'ambiente il nostro: c'erano senatori e giovani con molto entusiasmo, creammo un grande gruppo e ottenemmo la promozione in Serie A nel 1994/1995. Ci fu un'armonia fantastica. Avevo sempre voglia di andare al campo perché c'erano loro. Ricordo Gautieri che entrava nella pista del San Nicola e girava con la macchina nello stadio. Era un pazzo scantenato e faceva parecchio spogliatoio. L'esultanza del cane è nata con l'arrivo di Guerrero: esultavano in questa maniera in Colombia, appena facevamo goal ci mettevamo a quattro zampe per esultare".

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La Fiorentina: "Io non volevo andare a Firenze. Purtroppo la situazione del Bari non era stabile dal punto di vista economico e quindi io fui uno dei sacrificati a lasciare la squadra. Sono felice di aver aiutato il mio club dentro e fuori dal campo. Con la viola nacque una grande intesa e fummo protagonisti: era una squadra costruita bene: arrivarono giovani promettenti, giocatori internazionali con esperienza e i fuoriclasse già presenti. Per quattro anni entrammo nel famoso gruppo delle sette sorelle. Il mio nome, dunque, è legato alla maglia della Fiorentina":

Batistuta: "Beh il calciatore lo conosciamo tutti. Il Bati uomo, invece, all'inizio non ti dà molta confindenza. Diventa tuo amico nel momento in cui dimostri di essere un lavoratore in campo e fai sacrifici. Ancora oggi con lui, ogni volta che viene in Italia, stiamo insieme: mangiamo a cena, giochiamo a Padel con Baiano, con Filicano. Diciamo che c'è una grande amicizia tra di noi, che è rimasta da quegli anni e quindi sono contento che Bati mi abbia apprezzato come persona.Grazie al suo grande amico parrucchiere, siciliano, Rosario Sarino, conobbi anche mia moglie, scusate se mi commuovo... Sono commosso perché ho conosciuto mia moglie ed è un pò di anni che stiamo insieme. Sono felice di aver conosciuto un amico e un punto di riferimento per noi calciatori. Poi quando ho visto mia moglie per la prima volta mi sono detto: "Sarà la madre dei miei figli."

Edmundo: "Lui ci tradì con il suo carnevale. Eravamo primi in classifica, Bati si fa male. Lo pregrammo di restare con noi e non andare in Brasile a festeggiare, ma lui partì lo stesso. Aveva il permesso sul contratto, è vero, ma noi non gliela perdonammo mai.".

Rui Costa: "Un giocatore elegante, un tuttocampista: aveva resistenza e classe. Fu un mio promotore per l'arrivo a Firenze perché mi vide all'Europeo, nella finale che vincemmo con il golden goal di Orlandini. Lasciò il segno con la Fiorentina e si levò grandi soddisfazioni con il Milan":

Cesare Maldini: "Giocai con lui gli Europei Under 21 da protagonista. Arrivai fino ai quarti di finale, poi purtroppo sbagliai a reagire durante una sostituzione e mi escluse dalla semifinale e finale".

L'ispirazione per diventare allenatore: "Mi è sempre piaciuto allenare le parti tattiche, guidavo i miei compagni anche da giovane. Da qualche mister rubavo qualcosa: con Ranieri avevo un gran rapporto il primo anno, poi il secondo si è incrinato. Malesani è stato un innovatore a Firenze ed è stata una gran persona dentro e fuori dal campo. Nei momenti positivi e negativi ho sempre cercato di tirare fuori qualcosa per continuare la mia crescita come giocatore, allenatore e uomo. Ho fatto la gavetta per arrivare a fare il tecnico: sono arrivato poi alla Fiorentina in Primavera 1 dopo che avevano perso lo scudetto contro l'Inter. Era difficile ripetere quello che avevano fatto in quelle straordinarie stagioni. Invece ho avuto un gruppo molto forte: vincemmo il Viareggio, perdemmo ancora lo scudetto, ma l'anno dopo vincemmo la finale di Coppa Italia."

Vlahovic: "Madrenatura lo ha dotato di talento, ma la sua forza era di aver sempre la voglia di giocare. Quando non era convocato in prima squadra mi chiamava per giocare con la Primavera. Questo suo spirito ha fatto la differenza: questo è quello che voglio far capire ai miei ragazzi. Nel periodo in cui era con noi ha fatto bene, vinse la Coppa Italia trascinandoci. Coincidenza, in quel periodo la Fiorentina in prima squadra non girava e allora ecco che ha avuto la sua chance".

Mister si nasce o si diventa? "Tutti e due. Io me lo sentivo dentro, perché guardavo Ranieri, Malesani e mi piacevano i loro esercizi tattici. In campo guidavo il reparto. Però c'è anche chi all'inizio non pensa di esserlo, ma con lo studio ci arriva".

La sua idea tattica: "Quest'anno sono tornato ad un sistema di gioco a me molto caro: il 4-3-1-2, con cui ho esordito nei dilettanti e poi nell'Empoli. Lo usammo anche a Firenze, dove io facevo il Play e Rui Costa il trequartista. In questo sitema si va per vie centrali, e i miei due interpreti sono Casolare come vertice basso, e Bruno sulla trequarti, due giocatori che comandano il gioco e sono i due ruoli chiave. Quando c'è D'Andrea, invece, diventa un 4-3-2-1. Ai trequartisti chiedo anche un sacrificio in fase difensiva perché in un calcio moderno come il nostro c'è bisogno anche di questo movimento in più. Dunque è giusto che io li abitui a questo".

Kevin Bruno: "Lo stanno imparando a conoscere gli avversari. Infatti lo invito spesso a muoversi di più, svariando anche sull'esterno".

Sezione: Sassuolo Primavera / Data: Mar 04 aprile 2023 alle 17:45
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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