Andrea Pinamonti è diventato padre di Adam da poco più di due settimane. "Una gioia indescrivibile, non paragonabile nemmeno a un gol in finale di Champions", dice. Il centravanti del Sassuolo ha parlato alla Gazzetta dello Sport dicendo la sua sulla stagione con i neroverdi e svelando anche alcuni retroscena: "Questa è una stagione importante. Ci sarà da battagliare tutto l’anno, questo è un campionato difficile. Chi viene dalla Serie B come il Sassuolo magari può trovare qualche difficoltà in più, ma sono anche convinto che questo gruppo è pronto e carico per affrontare questa sfida così impegnativa".

Il Sassuolo ha fatto un mercato importante. Neopromossa sì, ma solo sulla carta...
"Certo, è stata allestita una bella squadra, fatta da ottimi giocatori. Bisogna però calarsi nella parte, comprendere che in alcuni momenti ci sarà da soffrire per ottenere l’obiettivo finale".

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Che è la salvezza. O qualcosa di più?
"Intanto puntiamo a quella. Poi, una volta raggiunta la salvezza, si può pensare, guardando la classifica, a che cosa eventualmente potremmo puntare. Ma nella testa mia e di tutto il gruppo c’è l’obiettivo di rimanere in Serie A".

La partenza del Sassuolo è stata un po’ lenta, poi è arrivato il cambio di passo. Come se lo spiega?
"Dovevamo trovare la chimica giusta. In squadra ci sono tanti giocatori nuovi, è normale che ci fosse bisogno di tempo per ingranare, comprendere le richieste dello staff tecnico e andare tutti dalla stessa parte. Ultimamente abbiamo cambiato ritmo e penso si sia visto".

La vittoria di Verona è stata una svolta?
"Per me sì, perché su quel campo non avevo mai vinto, è stata la nostra prima vittoria in trasferta, con una diretta concorrente: sono punti pesanti".

Con Fabio Grosso come si trova?
"Ho fatto con lui anche il ritiro dell’anno scorso. Questa estate abbiamo parlato tanto, mi ha spiegato cosa vuole da me, sento la sua fiducia, stiamo lavorando bene. Il mister si confronta tanto con i giocatori, è un aspetto molto importante".

Il tridente le semplifica la vita?
"Di certo porta tanti benefici, anche se per un attaccante centrale non è facile da interpretare. Se non si fa un bel lavoro di squadra c’è il rischio di isolarsi troppo. Parliamo spesso con l’allenatore di come fare per restare tutti connessi. Con Berardi e Laurienté ci conosciamo da anni, andiamo d’accordo anche fuori dal campo. Dobbiamo ancora limare qualche dettaglio per rendere al massimo".

Avere Matic è un bel vantaggio?
"Sì, è un grande valore aggiunto. Sia tecnico, che in spogliatoio. Una guida per i più giovani e dentro al gruppo si fa sentire",

In estate sembrava che lei potesse lasciare il Sassuolo. È rimasto felice e convinto?
"Sì, non ho mai detto di voler andare via. Le voci di mercato non sono le mie. Ho lavorato dall’inizio per farmi trovare pronto".

Ha segnato tanto in Serie A, che cosa pensa di dover fare di più per una chiamata dalla Nazionale?
"Non saprei. Se mi guardo indietro sono soddisfatto, non era scontato arrivare a certe cifre a 26 anni. Ma so che devo crescere ancora. Devo fare di più per arrivare a togliermi qualche sfizio e qualche sassolino".

I giocatori italiani sono un po’ sottovalutati?
"Non saprei. All’estero lanciano i giovani con costanza senza il clamore mediatico e le esagerazioni che ci sono da noi. Io l’ho provato sulla mia pelle. Ho esordito giovanissimo all’Inter e dopo quindici minuti sembrava dovessi già fare cinquanta gol. Bisogna dare ai giovani il tempo di sbagliare e di crescere. Certe estremizzazioni, specie da quando esistono i social, sono davvero insopportabili".

L’Inter è un capitolo chiuso per lei?
"Non ha molto senso parlare del futuro. Mi hanno preso a quattordici anni e mi hanno portato in Serie A. Per l’Inter provo una enorme riconoscenza".

Il Mondiale, se l’Italia andrà, è un obiettivo?
"Non so come catalogarlo: se definirlo un obiettivo oppure un sogno. Un calciatore non può non pensare alla propria Nazionale. Quindi ci proverò fino alla fine"

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Sezione: News / Data: Mar 14 ottobre 2025 alle 11:34
Autore: Manuel Rizzo
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