Martin Erlic, difensore del Sassuolo che durante il ritiro di Vipiteno abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva, ha parlato ai microfoni di Tuttosport in vista della partita contro la Juventus in programma la sera di Ferragosto. Il difensore croato ha parlato dei suoi inizi, sicuramente molto difficili: "Io sono nato nel 1998 in un piccolo paese in Croazia, Tinj, la guerra era finita, ma i miei genitori l’avevano vissuta in prima linea. Avevamo una casa che è stata bombardata, mio padre l’ha ricostruita, con l’aiuto di mia madre, e non è stata facile la vita. Io la guerra non l’ho vissuta e non posso dirlo, però nei racconti e nelle esperienze degli altri posso dire che non ci sia cosa peggiore. Non mi vergogno a dire di essere un ragazzo di campagna, perché lì ci sono nato. Mi sono stati trasmessi veri valori e apprezzo ciò che è stato fatto per me. Per questo, inoltre, apprezzo chi fa lavori umili e più difficili del nostro".

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La famiglia?
"Io mi sento fortunato, perché sono un calciatore, che è la cosa più bella del mondo e perciò non mi sentirete mai lamentarmi. Io ho vissuto un’infanzia un po’ difficile perché i miei lavoravano in campagna, da prima dell’alba fino al tramonto, tutti i giorni. E soldi non ce n’erano. I miei sono contadini e la vita è davvero dura. Però questo percorso che ho compiuto l’ho fatto con un obiettivo sempre in testa: poter aiutare la mia famiglia e ridare loro un po’ di ciò che loro hanno fatto per me. Io vivo per la famiglia e gioco a calcio per rendere la loro esistenza un po’ più semplice".

Ibiza, Formentera, Mykonos? Macché. Per Erlic la vacanza è semplicemente tornare a casa, in Croazia, e dare una mano nell’attività di famiglia.
"Quando torno a casa li aiuto volentieri. Mio padre mi dice sempre: vai al mare, risposati, non c’è bisogno che tu stia qui in campagna. Ma io Mykonos o Ibiza non le ho viste e non mi manca tutto questo. Sto bene a casa. Non dico che non ci andrò mai nella vita, ma al momento non fa per me".

Umiltà?
"Resto quello di sempre, non mi monterei la testa, non farei mai il fenomeno. Non vedo perché dovrei: nella vita bisogna rispettare le persone che lavorano con te e per te e non bisogna mai perdere l’umiltà".

Gli inizi?
"A nove anni ho voluto andare a giocare a calcio, ma dovevo spostarmi dal mio paesino. Dovevo andare a Rastane, che ha un club di serie C. Andavo a piedi: 5 km ad andare, 5 km a tornare. I miei non potevano accompagnarmi: non che non volessero, è che dovevano lavorare e non c’era altro modo. Mi arrangiavo, solo che per giocare a calcio dovevi avere le scarpe. Io chiedevo magari a qualche amico che ne aveva un paio in più, poi un giorno mio papà me le ha comprate. Non è stato facile, erano tempi duri. A 12 anni sono andato a Zagabria, a giocare nella Dinamo: ora mi rendo conto, guardando i ragazzini di quella età, di quanto siano piccoli. Io sono cresciuto più in fretta. Ma la mia famiglia mi è sempre stata vicino, lasciandomi libero di scegliere la strada giusta per me. Mio papà ha sempre dovuto chiedere prestiti ai suoi amici per farmi avere i soldi. Ho vissuto a Zagabria da una coppia di signori anziani, sono stati gentilissimi con me e ancora oggi ci sentiamo, mi hanno insegnato tantissimo. Poi pian piano il tempo passava ed ero più forte mentalmente: sono andato a Rijeka poi a 15 anni e mezzo sono arrivato a Parma. Mi avevano pescato in un torneo: mi ha notato Francesco Palmieri , al quale devo molto, posso solo ringraziarlo. Lui venne a casa mia in Croazia per parlare con i miei e sono partito per l’Italia. Quando il Parma è fallito sono arrivato a Sassuolo, in Primavera, dopo Bolzano con il Sudtirol, poi allo Spezia in prestito. Ora sono felice di avere l’opportunità al Sassuolo".

Vlahovic?
"Uno dei migliori attaccanti in Italia, ha tantissime qualità. Per me è una motivazione in più per capire anche io a che livello sono arrivato, se mister Dionisi mi schiererà darò tutto per fermarlo".

Il Mondiale?
"Qualche mese fa, se me lo avessero detto, avrei pensato a uno scherzo. Ho tre mesi fondamentali davanti a me, bisogna fare prima bene a Sassuolo e poi sperare nella chiamata. Io ci credo, ma dipende da me. Senza mai perdere l’umiltà".

Sezione: News / Data: Dom 14 agosto 2022 alle 11:10
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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