Un lunghissimo viaggio, praticamente un viaggio della speranza per Roberto De Zerbi e il suo staff, compreso l'interprete. Un viaggio degno di una spy story, scrive La Repubblica. L'ex tecnico del Sassuolo è tornato in Italia, insieme agli uomini del suo staff che hanno riabbracciato i loro cari, ma prima del ritorno in Italia, che è stato possibile grazie agli interventi dell'Ambasciata ma soprattutto del presidente della UEFA Ceferin e del presidente della FIGC Gravina che hanno mediato con le autorità internazionali per offrire un appoggio diplomatico per favorirne il trasferimento in sicurezza, soprattutto nei transiti più rischiosi.

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Tutto è partito dall'hotel Opera di Kiev: lì, da alcuni giorni, De Zerbi e i suoi collaboratori erano rifugiati. L'ambasciata italiana poteva poco. Lo Shakhtar, il club che li ha ingaggiati e proprietario dell'hotel, aveva disposto guardie armate pari al numero dei componenti della delegazione italiana: una misura di sicurezza necessaria nel caso in cui i russi fossero entrati in città e avessero preso i civili casa per casa. Il gruppo ha trovato posto in treno, da Kiev, dalla stazione di Pasazhyrskyi, e con destinazione Mukacheve: un viaggio di 10 ore, in condizioni complesse, visto l'altissimo numero di cittadini ucraini che stanno cercando di fuggire dalla guerra. Ma necessario, perché la città è la più vicina al confine con l'Ungheria e lì, tramite la UEFA, si era riuscita a trovare un'accoglienza in grado di garantire un trasferimento rapido alla comitiva. Il problema principale era raggiungere il confine, perché imbattersi nei russi in questa fase, è un rischio altissimo.

Il gruppo è stato scortato da guardie armate. Una volta arrivati a Mukacheve hanno presto il pullman, passando così la frontiera: il mezzo scortato dalle forze armate ha oltrepassato il confine con l'Ungheria e solo a quel punto De Zerbi e gli altri hanno potuto riaccendere i cellulari, mettendosi in contatto con le autorità e con le proprie famiglie. La tratta successiva poi, dal confine fino a Budapest, è stata fatta in auto. Lì è intervenuto lo Shakhtar che ha pagato un volo privato per l'Italia per mister De Zerbi e lo staff. Poi il ritorno a Milano e nelle rispettive case e un sospiro di sollievo molto lungo tirato dai protagonisti e non solo.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Mer 02 marzo 2022 alle 12:29
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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