Il Sassuolo è tornato! Possiamo dirlo? Sette punti in tre partite non fanno una prova ma dicono molto, soprattutto se questi punti sono arrivati grazie a delle convincenti prestazioni. Prima il pari di Monza (è il Sassuolo ad avere più rammarico rispetto ai brianzoli per le occasioni sprecate) poi la storica vittoria di San Siro per 2-5 con il Milan e infine la ciliegina sulla torta, l'1-0 contro la bestia nera Atalanta. Ora arriva un altro momento complicato, ovvero la sfida contro un'altra bestia nera, l'Udinese, che non sta attraversando un momento particolarmente brillante ma guai ovviamente a sottovalutare l'avversario. Il Sassuolo, dicevamo, ha portato a casa 7 punti nelle ultime 3 gare mettendosi alle spalle un momento complicato. E questa se vogliamo è anche la vittoria di mister Alessio Dionisi.

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Criticato, mai messo in discussione dalla società, al tecnico toscano va dato atto di aver ritrovato il bandolo della matassa che, bisogna ammettere con altrettanta onestà, sembrava perso. Il Sassuolo, tra il 5-0 alla Salernitana e il 2-5 al Milan ha vissuto un lungo periodo (intervallato anche dalla sosta) negativo. Ora le cose vanno meglio, non bisogna pensare che il lavoro sia finito perché in Serie A basta un attimo e sei di nuovo nelle sabbie mobili. Il Sassuolo era ottavo, è scivolato fino alla 17esima posizione ma con gli ultimi 7 punti è tornato a mettere tra sé e la zona retrocessione altre due squadre (Spezia e Salernitana) e ha ristabilito le lunghezze numeriche (ora sono 9 i punti di vantaggio sul Verona che però sembra una squadra viva, quindi meglio stare attenti).

La vittoria di Dionisi dicevamo. Sì perché il tecnico si è preso un bel rischio, proprio nel momento decisivo. Ha cambiato atteggiamento con i calciatori, almeno a mezzo stampa. Non ce ne voglia, ma l'allenatore neroverde ha sempre giocato in difesa in conferenza, regalando pochissimi titoli ma dispensando belle parole e anche sorrisi (che non guasta mai, sia chiaro). Durante il periodo difficile, specie dopo il ko con la Samp, qualcosa è cambiato. Meno voglia di sorridere (comprensibile), volto più tirato. C'era tensione, lo si avvertiva anche a metri di distanza. Ma Dionisi è stato bravo a crederci. Anzi, a volerci credere, per utilizzare il suo gergo. In tanti stavano cominciando a perdere la fiducia e forse anche la speranza. Lui no. E ha deciso di intervenire usando le 'maniere pesanti'. Dichiarazioni più piccate e scelte drastiche, in campo e anche sul mercato. Via quattro giocatori, dentro due. Rosa più snella. Ma soprattutto fuori due elementi che non conoscono la parola panchina, ovvero Gian Marco Ferrari e Maxime Lopez.

Cambio modulo con un nuovo trequartista in fase d'attacco che deve però essere bravo anche a giocare da mezzala in fase di non possesso. Squadra diversa. È vero che sono rientrati i vari Berardi, Defrel e Traoré ma Mimmo e Junior c'erano anche a ottobre e a inizio gennaio. Il cambiamento c'è stato a Monza. Nella testa dei ragazzi, ma grazie alla fiducia dell'allenatore. Come detto, Dionisi ha 'fatto fuori' due elementi importanti (ovviamente non stiamo scaricando su di loro le colpe delle prestazioni negative, è sempre colpa di tutti quando le cose vanno male, è grazie al lavoro di tutti se le cose vanno bene) dando fiducia a Ruan Tressoldi e in mezzo al campo a Pedro Obiang. Due mosse rischiose, da 'o la và o la spacca'. E, come pare, è andata...Ma ora Dionisi ha di fronte a sé una nuova sfida, paradossale se vogliamo: rimettere al centro del progetto, o comunque all'interno, proprio i due grandi esclusi Ferrari e Maxime Lopez perché sono due patrimoni della società (specie il francese, per età) e non possono essere dilapidati così. Non sarà impresa semplice ma nemmeno impossibile. La cosa più importante però era ritrovare il Sassuolo e, anche grazie a Dionisi, il Sassuolo si è ritrovato. Stavamo per chiamre Chi l'ha visto...

Sezione: News / Data: Gio 09 febbraio 2023 alle 12:15
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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