Remo Morini, team manager del Sassuolo, ha parlato a Il Romanista, raccontando la sua esperienza con Eusebio Di Francesco, attuale allenatore della Roma

Partita speciale quella di domenica sera tra Sassuolo e Roma per Eusebio Di Francesco. Remo Morini, dirigente del Sassuolo, ha parlato a Il Romanista, raccontando la sua esperienza con mister Eusebio Di Francesco. Dei 35 anni passati con il Sassuolo, 5 li ha trascorsi con EDF. Domenica sarà una sfida speciale: “Quando era qui spesso cenava a casa mia, spero si fermi un po’ per passare qualche ora insieme. È un uomo di grandissimi valori morali, l’ho capito subito che sarebbe arrivato in alto, vede le cose prima degli altri, è giustamente ambizioso, ero sicuro che avrebbe fatto così bene. Quando lo vidi la prima volta lui allenava il Pescara, io ero al fianco di Gregucci, perdemmo, e mi colpirono già allora il suo comportamento signorile e la sua determinazione in panchina“.

Non solo pregi però per l’ex mister del Sassuolo: “Vabbè, è un rompicog… Quando mangia per esempio sottolinea sempre gli ingredienti di ogni alimento… Ma è una ottima forchetta. Va matto per i tortelli, ma anche la carne e i dolci… Il tiramisù, soprattutto“. Prosegue il racconto di Morini: “È un accentratore, attento anche ai minimi dettagli. Controlla tutto, ma fa bene. Impossibile volergli male. Lo adorano tutti, viveva molto la città, sin dal mattino lo si vedeva al bar a far colazione, aveva sempre una parola buona per tutti, parlava e scherzava con chiunque. Era perfettamente integrato con la gente. Vedrai che festa gli faranno“.

Morini ha aperto l’album dei ricordi e ha raccontato alcuni episodi con mister Di Francesco: “Quando stavamo insieme a cena, magari con le mogli, non parlavamo mai di calcio. Io amo le macchine e le moto, magari parlavamo di motori. Sono anche andato a casa sua a Pescara, un’estate. In moto. Ma è un ricordo bellissimo legato però a una successiva vicenda tristissima. Passai due giorni tra il Gran Sasso e Campo Imperatore in moto con suo cognato, Carmine, che aveva sposato la sorella della moglie di Eusebio. Una persona meravigliosa. Purtroppo venti giorni dopo quella bella gita Carmine ebbe un infarto e morì. Fu una tragedia, Eusebio era legatissimo a lui. Era lui peraltro che teneva in ordine casa sua a Pescara quando lui stava a Sassuolo“.

Inevitabile parlare dell’esonero, del ritorno e della corsa alla A e all’Europa League: “L’esonero? Fu un trauma per tutti, il dottor Squinzi volle dare una scossa ad una squadra che sembrava bloccata. L’ultimo giorno a Sassuolo venne a casa mia con la moglie, pranzammo e poi alle 15 partì e andò via, commosso. Richiamarlo fu la nostra fortuna e probabilmente anche la sua. Tornando cambiò alcune cose, ripensò agli errori commessi e a quelli delle persone vicine alla squadra. E la festa per quella salvezza a fine stagione fu emozionante, quasi come quella della promozione. La promozione in A? Il Livorno lottò con noi fino all’ultimo minuto, nelle partite precedenti perdemmo diverse possibilità favorevoli, sembrava una maledizione. Poi arrivò quel gol, fu una gioia intensa. Ma fu bellissima anche la corsa in Europa League, battere l’Athletic Bilbao fu un’impresa forse superiore a quella fatta con la Roma col Barcellona…“.

Sezione: News / Data: Mer 16 maggio 2018 alle 17:26
Autore: SN Redazione
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