Nemanja Matic, arrivato nella finestra di mercato estiva, ha parlato della sue prime impressioni sui compagni, le strutture e la realtà Sassuolo. Nel corso dell’intervista tanti spunti interessanti emersi dal racconto di quando era bambino e dalle esperienze pregresse nei più importanti club d’Europa che lo hanno portato ad essere il calciatore neroverde più titolato arrivato a Sassuolo. Il rapporto con Mourinho, la scelta del numero 18 e tanti aneddoti di via passata e spunti per il futuro arricchiscono il racconto del nuovo centrale a disposizione di mister Grosso: "Mi piace il progetto - riporta TMW - tutto quello che mi hanno spiegato le persone del club, è eccitante. Avevo bisogno di una nuova sfida, ovviamente, e sembrava un club perfetto per me in questo momento. Ho visto tutto intorno al club, il centro sportivo, lo stadio, le persone che gestiscono il club, hanno l'energia per fare bene. Penso di aver scelto bene".

Che cosa l'ha sorpresa?
"L'ottima organizzazione intorno al club e al Mapei Football Center, anche l'Academy. Per me è tutto nuovo, moderno. Abbiamo tutte le carte in regola per giocare, lavorare bene e ottenere risultati".

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Qual è il vostro obiettivo?
"Credo che dobbiamo affrontare la Serie A andando in ogni singola partita e provando a vincere, ovviamente. E naturalmente dobbiamo rispettare ogni squadra, ma dobbiamo sapere che abbiamo qualità. Le ho viste in queste due settimane di allenamento con la squadra. Dobbiamo crederci, credere nelle nostre qualità e dobbiamo credere che possiamo giocare contro chiunque, è così che si fa. Io con la mia esperienza e la mia qualità, penso di aiutare la squadra a fare il meglio".

Cosa ne pensa di Grosso?
"Vedo che è molto professionale, lavora molto ogni giorno. Ha un occhio per tutti i piccoli dettagli, che è ottimo soprattutto per i giovani, per aiutarli a migliorare. Ho avuto un paio di occasioni per parlargli prima di venire. Ovviamente era una delle persone per cui ho deciso di venire qui, perché quando lui mi ha spiegato tutto, come vede la squadra giocare e lo sviluppo del club, questo ha reso la mia decisione molto più facile".

Il ruolo che ricopre oggi è sempre stato il suo ruolo?
"Quando sono entrato a far parte del Benfica, non giocavo nella stessa posizione in cui gioco oggi, ovvero quella di centrocampista difensivo, a volte ero il più offensivo. E il mio primo giorno nel club Jorge Jesus mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che il modo in cui giocavo mi avrebbe portato al massimo in una società di medio livello in Portogallo. Ero scioccato, mi chiedevo perché mi avesse preso. Mi disse che se lo avessi ascoltato sarei diventato uno dei mediani migliori del mondo. Non c'era scelta, ho accettato di lavorare duro e ascoltarlo e pochi anni dopo il Chelsea mi prese".

Come mai ha scelto il 18?
"Lo hanno voluto i miei figli. Abbiamo discusso un po', ma alla fine hanno deciso per questo numero".

Che rapporto ha con Mourinho?
"Ovviamente speciale. Da quando ho firmato per il Chelsea nel 2014 abbiamo una relazione fantastica. Non è sempre stata così, è un duro, è un po' vecchia scuola, ma è fantastico. Con lui sono cresciuto come uomo, ho imparato a combattere, a essere un vincente. Lui insegna alle persone intorno a lui a essere vincenti, è molto importante. È l'allenatore che probabilmente ha cambiato il calcio".

Ha condiviso lo spogliatoio con McTominay in Inghilterra. Ci racconta un aneddoto?
"
Anni fa ho detto qualcosa sui social su McTominay, che ero dispiaciuto nel vederlo lasciare il Man United, ero sicuro fosse probabilmente uno dei migliori dei Red Devils e ho detto che è molto difficile trovare giocatori come lui, un mix perfetto di vecchio e nuovo stile. Ora è esperto, tutti hanno visto che è fantastico".

Perché un giorno allenerà?
"Ho lavorato con i migliori allenatori del mondo negli ultimi 20 anni, vedremo, non so se sarà il caso di diventare un tecnico, ma potrò usare quello che ho imparato da loro. Voglio rimanere sul campo perché è quello che ho fatto per tutta la vita".

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Sezione: News / Data: Mer 17 settembre 2025 alle 20:13
Autore: Sarah G. Comotto
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