Mancini ha lasciato intendere che potrebbe anche prevedere qualche modifica tattica per meglio sfruttare le caratteristiche dei suoi attaccanti. Il riferimento è ovviamente all’originale staffetta che va avanti da un anno tra Belotti e Immobile, che ha pochi precedenti nella storia azzurra, frutto di valutazioni tecniche per cui né la Scarpa d’Oro (a Danzica rimasta in panchina), né il Gallo rispecchiano in pieno il centravanti ideale vagheggiato da Mancini per il suo gioco. Non è un caso che l’ultimo arrivato nel gruppo, il buon Ciccio Caputo del Sassuolo ha subito trovato spazio in campo e nella testa del ct. Che da tempo non si è dato per soddisfatto in tema di attaccanti: lo dimostra il fatto che ne ha convocati 23 diversi, (stesso numero di difensori per quattro ruoli), tra centravanti e esterni, da Balotelli a Caputo, appunto, da Chiesa a Grifo, a El Shaarawy fino a Orsolini. Tutto sommato il solo titolare sicuro nel tridente offensivo azzurro potrebbe essere considerato Insigne.

Non ingannino le 18 presenze di Federico Chiesa. Il neo juventino dovrà dare dimostrazione di concretezza se vorrà mantenere la titolarità del ruolo. Più dell’errore clamoroso davanti a Fabianski di due sere fa deve far riflettere il fatto che il talento ora bianconero è arrivato a 20 presenze in Nazionale con un unico gol, per altro il 9-1 all’Armenia dello scorso novembre. Le quotazioni di Berardi in questo momento, più di quelle di Bernardeschi, sembrano in crescita senza contare la passione di Mancini per Kean, ai suoi occhi un nuovo Balotelli, in grado però di non buttarsi via. E non va dimenticato Manuel Locatelli, pronto a scalare le gerarchie in mezzo al campo anche se le idee di Mancini, in quella zona del campo con Verratti, Jorginho e Barella, sembrano essere più definite. A riportarlo è il Corriere dello Sport.

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Sezione: News / Data: Mar 13 ottobre 2020 alle 16:39
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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