"Sarà la casa degli arbitri, il VAR è la migliore innovazione del calcio, e qui al momento entrano solo i migliori. Il 18 faremo qui il raduno, per portare tutti e perché proprio questo posto possa essere da stimolo per tutti a fare meglio". Parola di Gianluca Rocchi, designatore arbitrale, che nella giornata di ieri ha aperto le porte della Var room centralizzata a Lissone (comune italiano di oltre 45mila abitanti della provincia di Monza e Brianza in Lombardia). La prima nazione a creare qualcosa di simile è stata la Germania. Ora è il tempo dell'Italia. L'IBC, l’International Broadcast Center della Lega di Serie A, da ieri (anche) ufficialmente la nuova casa degli arbitri del futuro. Un vero e proprio gioiello hi-tech che servirà per dare una casa agli arbitri, nata praticamente il 12 aprile scorso, quando sono iniziati i lavori e terminati a tempo di record il 18 agosto.

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All'interno il meglio della tecnologia attuale condensato 12 salette VAR (8 per la Serie A, quelle in uso dalla prima giornata, più quattro per la B, in attesa che tutti gli stadi dei cadetti abbiamo i collegamenti necessari), una megastanza per il supervisore VAR (l’ex assistente Alessandro Stagnoli pare abbia preso la residenza da queste parti, incollato davanti a 10 megaschermi e due touch screen sui quali può “splittare” da un campo ad un altro e sentire in cuffia i dialoghi VAR-arbitri in campo e viceversa) ed avrete il VAR centralizzato italiano. Un sogno diventato molto più che una realtà. Gli arbitri arrivano il pomeriggio (anche tarda mattinata per la gara delle 12.30 o tardo pomeriggio, per le gare in notturna), hanno una sala “relax” con poltrone e qualcosa da mangiare, poi entrano nel “bunker”, accessibile solo a loro, agli organi tecnici (non è strano vedere anche Gianluca Rocchi da queste parti) e al supervisore.

Come riferito dal Corriere dello Sport, nel gioiello di Lissone, una cosa balza all’occhio: tutti i VOR (Video Operation Room), otto per la serie A e quattro per la serie B, sono completamente trasparenti. "Come sono gli arbitri",  ha detto il presidente della Federcalcio, Gravina. Perché, architettonicamente e da un punto di vista stilistico, un muro tutto vetri e trasparenze ha il suo fascino e il suo perché. Ma alla base c’è anche un progetto, al quale sta lavorando la Figc, non attuabile subito magari, ma nel tempo, che di solito è galantuomo. Era l’I have a dream del tandem Gravina-Nicchi, quando presentarono il progetto della centrale VAR unica di Coverciano  : poter ospitare i rappresentanti delle società per poter far vedere loro come lavorano gli arbitri (e gli assistenti) dietro al monitor, il loro grado di professionalità e preparazione. "Ci siamo lavorando", fanno sapere dalle segrete stanze di via Allegri. "Per noi nessun problema, se ci invitano..." rispondono da via Rosellini. Una sorta di Grande Fratello, ma senza la necessità di sbirciare dal buco della serratura. 

Sezione: Non solo Sasol / Data: Mar 05 ottobre 2021 alle 13:18
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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