Veronica Squinzi ha rilasciato un'interessante intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. La vicepresidentessa del Sassuolo nonché a.d. di Mapei, ha parlato dell'addio del presidente Squinzi e della moglie Adriana Spazzoli, della crescita e delle ambizioni presenti e future del Sassuolo Calcio e di tanto altro. Ecco le sue parole.

Veronica, lei è vicepresidente del club. Quanto orgoglio prova nel vedere il cammino del Sassuolo?
"Io e mio fratello siamo molto orgogliosi. È la dimostrazione che la determinazione e l’impegno costante portano grandi risultati. Abbiamo sempre il desiderio di raggiungere una meta e poi andare ancora più avanti: è la filosofia della nostra famiglia, del gruppo Mapei e naturalmente anche del Sassuolo calcio. Dietro a ogni cosa che facciamo c’è un obiettivo di crescita".

Qual è l’insegnamento più grande che ha ricevuto dai suoi genitori?
"La nostra famiglia ha sempre avuto valori importanti come la determinazione, la ricerca dell’eccellenza, la voglia di fare e di innovare. Io e Marco abbiamo respirato questi valori fin da bambini e fanno parte del nostro dna".

Sappiamo cosa rappresentasse il Sassuolo per suo padre. E per sua madre?
"Mia madre forse era più coinvolta di mio padre... Teneva tanto al Sassuolo. Lei era estremamente carismatica, metteva cuore, anima e corpo in ogni cosa e ha sempre creduto tanto in quest’avventura".

È stato difficile o naturale prendere in mano la situazione un anno fa?
"Non ci siamo nemmeno posti il dubbio. Tutta la famiglia ha sempre creduto nel Sassuolo. La scomparsa ravvicinata di papà e mamma ha rappresentato un momento durissimo dal punto di vista personale, ma l’azienda era preparata perché composta da un team eccellente. È stato un periodo di tristezza infinita non solo per noi, ma anche per tutti i dipendenti".

Quale fu il suo primo pensiero quando suo padre decise di prendere il Sassuolo?
"In casa vivemmo subito questa decisione con positività e allegria. La nostra famiglia condivide con lo sport quei valori di fatica, lavoro di squadra, grinta per affrontare le nuove sfide. Era così nel ciclismo, è così nel calcio. La passione verso il club è stata subito fortissima e il progetto adesso è più vivo che mai".

Quanto è stato prezioso l’aiuto di Giovanni Carnevali?
"Fondamentale. E continua a esserlo. Giovanni è una persona di grande competenza e conoscenza del mondo dello sport, con un acume raro. È determinante la sua capacità di definire strategie e attività, ci ha portato grandissimi risultati".

Alcuni giocatori del Sassuolo sono anche andati in Nazionale. È forse il riconoscimento più bello del vostro lavoro.
"È la conferma che siamo sulla buona strada: vedere Berardi, Locatelli e Caputo in maglia azzurra è stato bellissimo. Non mi chieda un giocatore preferito, non c’è... Tutti sono speciali. Il nostro allenatore De Zerbi ha la capacità di creare un gioco che interpreta bene la nostra filosofia e consente ai ragazzi di mettersi in mostra".

Il Sassuolo è cresciuto per gradi, adesso ha anche un centro sportivo di livello assoluto. Quale sarà il prossimo obiettivo?
"Non ci precludiamo nulla. Il futuro sportivo sta nelle mani e... nei piedi dei giocatori. Noi continueremo a investire sui giovani e sulle donne. Far crescere qui i futuri campioni del calcio italiano è un obiettivo importante. Abbiamo creato il progetto Generazione S, che coinvolge i ragazzi del settore giovanile, è molto innovativo, un elemento distintivo di una responsabilità sociale che promuove la crescita sportiva e personale. Abbiamo investito tanto nelle infrastrutture, il Mapei Stadium funziona bene e il Mapei Football Center è il nostro fiore all’occhiello".

Le capita di chiedere qualche consiglio lassù...?
"I consigli arrivarono tempo fa, siamo sempre stati una famiglia molto unita. La visione illuminata e la caratura morale di papà e mamma sono ogni giorno insieme a noi".

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Sezione: News / Data: Gio 29 ottobre 2020 alle 10:01
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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