Simone Verdi si presenta. Il giocatore del Sassuolo arrivato a gennaio è stato intervistato da SassuoloChannel ripercorrendo la sua carriera: "Una domanda che mi fanno da tanti anni quella se sono destro o sinistro: sono nato così, Madre Natura mi ha dato questa dote e io durante la mia carriera fin da quando ho iniziato nei professionisti e anche prima quando ero più piccolo è una cosa che ho allenato da sempre e che mi porto dietro da quando sono bambino. A Bologna nella partita con il Crotone in casa, Bologna-Crotone, ho avuto la fortuna di poter fare due gol su punizione una doppietta su punizione una di destro e una di sinistro. Non so se in Serie A sono stato l'unico, se nel passato tanti tanti anni fa ce n'è stato un altro che ha fatto questa cosa, però è un orgoglio personale che mi porterò dietro per tutta la vita perché comunque non sono stati in tanti a farlo".
Ruolo?
"All'inizio della mia carriera ho sempre giocato in un 4-3-3 come esterno offensivo a destra partendo da destra poi negli ultimi anni il calcio è un po' cambiato nel senso che è diventato un calcio molto più fisico, ora si dice di gamba, che vuol dire che ci sono giocatori che esprimono altissime
velocità in tanti metri lungo il campo, questa non è la mia caratteristica principale, io sono un giocatore che gioca più con la palla nei piedi, di tecnica, e quindi diciamo che nel corso della mia carriera ho dovuto anche sviluppare questo aspetto e in questo momento penso che il mio ruolo ideale sia più al centro nel campo, quindi trequartista, perché sugli esterni ci vogliono giocatori un po' tipo Laurienté".
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Paragone con Berardi?
"Il paragone con Berardi è un paragone che ci può stare però per caratteristiche perché poi se andiamo a vedere effettivamente i numeri lui in Serie A ha fatto molti più gol di me, mi pare che solo in serie A con il Sassuolo abbia fatto più di 100 gol quando si superano 100 gol in Serie A vuol dire che si è dei calciatori di un certo calibro. Io non ho avuto questa continuità nella mia carriera, ho fatto molti meno gol rispetto a lui, però per caratteristiche si può dire che siamo due giocatori simili".
Il primo contratto con il Milan?
"L'emozione del primo contratto firmato in via Turati sono emozioni bellissime perché ti fanno pensare di poter fare il calciatore come lavoro e poi c'è stato Pato un giorno arrivato a Milanello mi ha regalato la sua maglia perché in un'intervista che mi fecero io dissi che Pato era il mio giocatore preferito in quel momento e quindi lui l'ha letta e mi ha regalato la maglia. Sono emozioni belle ma il calcio ti regala emozioni grandissime, mi viene in mente che ne so la doppietta su punizione con il Bologna, il gol sempre una doppietta a Salerno al debutto dopo 3 anni difficilissimi a Torino che sono stati una piccola rivincita, quelle sono emozioni che mi porterò dietro per sempre".
Bologna?
"Bologna è un legame grandissimo, io vivo a Bologna perché ho una moglie bolognese. Bologna è la società e la città che mi ha dato l'opportunità di emergere nel mondo del calcio, di diventare importante per il calcio italiano, a Bologna sono andato in nazionale, da Bologna sono andato in un grande club, Bologna è stato un crocevia della mia carriera importantissimo che mi ha dato l'opportunità di diventare grande come calciatore, mi ha dato l'opportunità di crescere come uomo perché in quel Bologna ero il giocatore tra virgolette più rappresentativo, quindi avevo responsabilità importanti e ringrazierò per sempre Bologna sotto questo punto di vista".
Il Napoli?
"Napoli è stata una una società importante, mi ha dato l'opportunità di giocare in un grandissimo club e e tornassi indietro probabilmente non andrei via così velocemente da Napoli perché ci si mette una vita intera, tantissimi anni ad arrivare in club così, e ci si mette pochissimo ad andare via, quindi tornassi indietro probabilmente resisterei anche magari giocando meno però quando si arriva in quei club bisogna rimanerci fino a quando non ti dice proprio la società di andare via".
Toro?
"Torino è stata una parentesi negativa della mia carriera. A Torino non sono mai riuscito a esprimermi, non è mai scattata la scintilla tra me e i tifosi, la squadra andava male, quindi io mi assumo le mie colpe perché sicuramente c'erano grandissime aspettative soprattutto per il prezzo che avevano pagato per potermi comprare e io non non sono riuscito ad esprimermi come avrei potuto".
La Salernitana?
"Salerno è stata una parentesi invece bellissima. Sono stati mesi splendidi ma non solo per la salvezza che abbiamo raggiunto in modo miracoloso ma perché arrivavo da 2 anni e mezzo fatti male dove non riuscivo ad esprimere niente di quello che era il mio potenziale. Salerno ha creduto in me, Sabatini ha creduto in me, mi ha chiamato dicendomi che aveva bisogno di una mano e che mi ha fatto strappare quella che poteva essere una promessa mi ha detto 'tu devi venire qua solo se mi dai la garanzia che ci salviamo'. E ci siamo salvati. Ho dato un grandissimo contributo e sono molto legato ancora a Salerno perché ho ancora degli amici lì che sento tutt'ora. È una piazza meravigliosa dove mi sono trovato benissimo e mi porterò dentro quelle emozioni enormi per tutta la vita di Salerno".
Il Como?
"Como è stata una rivincita perché avevo scelto di andare in serie B per riguadagnare la serie A sul campo. Non tutti ci davano come potenziale squadra per andare in Serie A e noi ci siamo riusciti. L'avevamo raggiunta benissimo esprimendo un grandissimo calcio ed è stata una rivincita per questo perché io avevo fatto questa scelta per poter tornare sul campo in Serie A e ci sono riuscito".
Sassuolo?
"Sassuolo è stato una grande sorpresa perché fino all'ultimo giorno di mercato avevo sentito qualche rumors ma non c'era mai stata una chiamata concreta e all'ultimo giorno mi ha chiamato il mio procuratore dicendomi guarda ci sarebbe la possibilità di andare a Sassuolo e quando mi ha nominato il Sassuolo non c' ho pensato un secondo gli ho detto assolutamente chiudiamo che è una grandissima opportunità per me perché io arrivavo da un periodo dove a Como non stavo praticamente mai giocando e quando è arrivato il Sassuolo che è una squadra fortissima, prima in classifica, che può darmi la possibilità di tornare in Serie A, non c' ho pensato un secondo. Il Sassuolo è una società che mi ha sempre dato l'impressione di avere un grandissimo settore giovanile perché dal Sassuolo emergono grandissimi campion,i mi vengono in mente Berardi, mi viene in mente Raspadori, Sassuolo ti dà l'opportunità di esprimerti nel migliore dei modi, soprattutto ai giovani, perché non c'è una grandissima pressione e questo soprattutto per i ragazzi giovani ti dà l'opportunità di lavorare in modo sereno, di poter sfruttare ed esprimerti al meglio per poi iniziare una grandissima carriera".
Il Mapei Football Center?
"Il centro sportivo non l'avevo mai visto e quando sono arrivato per la firma del contratto ho avuto la l'opportunità di visitarlo. È un centro sportivo di grandissimo livello, in Serie A e in Italia ci sono pochissimi centri sportivi, mi vengono in mente quelli delle grandi squadre ma di livello sotto questo punto di vista l'Italia deve crescere molto. Il Sassuolo ci ha investito e ha un centro sportivo di livello alto".
Che Sassuolo hai trovato?
"Queste due settimane-due settimane e mezzo da quando sono arrivato innanzitutto ho trovato un gruppo fantastico di ragazzi giovani che hanno voglia di lavorare, ragazzi per bene, anche tutta la società mi ha dato l'impressione di essere una società importante sotto tutti i punti di vista quindi mi sto trovando molto bene. Sono veramente felice di essere qui. Ho ritrovato Cas Odenthal con cui ho giocato l'anno scorso a Como, Berardi lo conoscevo già, altri tipo Armando Laurienté lo conoscevo perché ci avevo giocato contro. Mazzitelli e Bonifazi ma anche gli altri ragazzi che ho conosciuto in questo breve periodo mi hanno accolto in maniera incredibile e poi mi trovo veramente bene".
Grosso?
"Lo conosco da poco però la cosa che mi ha impressionato di più prima di tutto è che mi sembra una bravissima persona, ha idee di calcio importanti che possono sposarsi con quelle che sono le mie qualità e sta facendo molto bene. Speriamo di continuare così".
Obiettivi?
"Il mio obiettivo da qui la fine è dare un grandissimo contributo alla squadra per poter arrivare a un obiettivo importante, questo è sicuramente il mio obiettivo. Mancano 11 partite. Mancano 11 finali, noi dobbiamo cercare di fare più punti possibili, di non guardare le squadre con cui giochiamo e che affrontiamo adesso".
Pisa?
"Affronteremo una squadra importante come il Pisa che è uno scontro diretto, dobbiamo cercare di fare punti soprattutto in casa per poter andare avanti e proseguire questa cavalcata sperando che ci possa portare a un trionfo".
La moglie?
"Mia moglie l'ho conosciuta perché quando giocavo al Bologna mi ero rotto la caviglia e sono andato a curarmi nell'azienda sua e l'ho conosciuta perché ero dentro in un box che dovevo fare il laser, lei è arrivata senza neanche salutarmi, mi ha chiuso dentro questo box e questo è stato il primo approccio con mia moglie. Poi abbiamo cominciato a uscire con amici in comune, ci siamo innamorati e sono contento che nonostante io mi sia rotto la caviglia, la caviglia rotta mi ha dato l'opportunità di conoscere mia moglie che è la donna della mia vita".
Un saluto ai tifosi...
"Ho visto che nelle ultime partite ci state seguendo calorosamente. Continuate così e speriamo di toglierci una grandissima soddisfazione insieme".
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