Dalla sfida con l'Inter al futuro di Giacomo Raspadori, dal calciomercato Sassuolo a Scamacca e Dionisi. Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, ha parlato al Corriere dello Sport, di questo e molto altro, a poche ore dalla sfida con l'Inter. Il match, però, avrà un sapore particolare anche per Carnevali, da oltre 35 anni legato da una profonda amicizia con l’ad dell’Inter Beppe Marotta. Ecco le sue parole.
Carnevali, come vive l’avvicinamento a Sassuolo-Inter?
"Con gioia perché sfideremo la squadra che ha lo scudetto sul petto. Sarà un grande evento con tanta gente sugli spalti. Spero che presto la capienza degli stadi torni al 100% perché lo spettacolo nel calcio sono anche i tifosi".
Contro l’Inter per voi sarà dura.
"Affrontiamo i campioni d’Italia che finora in A non hanno mai perso. L’Inter è sempre l’Inter".
Non fa meno paura dopo che ha ceduto Lukaku e Hakimi?
"Assolutamente no. Anzi, negli ultimi due mesi è venuta fuori l’abilità della società e di due dirigenti come Marotta e Ausilio che hanno scelto un ottimo tecnico e hanno sostituito i partenti con giocatori di valore. Un club non può rinunciare a certe cifre (riferimento alle proposte di Psg e Chelsea per Hakimi e Lukaku, ndr), ma deve avere la forza delle idee per individuare le giuste alternative. Marotta e Ausilio lo hanno fatto davvero bene".
L’Inter resta da scudetto?
"È una delle candidate più serie. Mi sembra che il campionato quest’anno sia molto equilibrato, ma per me lotterà fino alla fine".
Per fermarla lei punta su Raspadori?
"Punto su tutta la squadra, ma aggiungo che Raspadori è un attaccante dalle grandi qualità e dalle doti tecniche fuori dal comune. Oltre a questo, però, è anche un ragazzo straordinario e questo crea un connubio eccezionale".
Sentendo tanti complimenti, non rischierà di montarsi la testa?
"Assolutamente no perché è uno con i piedi per terra. È il marito ideale che ogni padre vorrebbe per la propria figlia: è bravo in campo e studia con profitto all’università. Secondo me è il futuro del calcio italiano e sono orgoglioso che provenga e sia “ambassador” di “Generazione S”, il nostro progetto etico e sociale a favore dei giovani che ci ha permesso di vincere un premio della Fifa. Dopo l’Europeo si parla tanto di Giacomo, ma bisogna dargli tempo di crescere senza assilli o pretese eccessive. Noi lo aiuteremo a migliorare giorno dopo giorno. Il Sassuolo è una famiglia e lui ne fa parte".
Il suo amico Marotta quest’estate voleva portarglielo via ?
"Beppe è uno che ci vede lungo... Mi ha chiesto sia Raspadori sia Scamacca, ma non ce l’ha fatta (ride, ndr). Noi vogliamo puntare sui giovani e per questo abbiamo ceduto Caputo: adesso Giacomo e Gianluca avranno più possibilità di mettersi in mostra. Il nostro club non ha bisogno di vendere a tutti i costi e facciamo determinate operazioni solo quando lo riteniamo opportuno, tenendo conto anche e soprattutto del bene dei ragazzi".
Come successo per Locatelli, passato alla Juventus.
"Manuel è forte e lo sta dimostrando anche a Torino".
Con l’amicizia che avete, Marotta non ha una corsia preferenziale per prendere Raspadori la prossima estate?
"Chi lo pensa commette un grande errore. Siamo due professionisti e vogliamo il bene delle rispettive società. Ecco perché tra noi diverse trattative in passato sono state complicate: alcune le abbiamo chiuse, altre no. È un amico, ma anche per una persona intelligente e conosce le leggi del calcio".
Secondo lei Raspadori finirà in Italia o all’estero?
"Premesso che adesso sta bene con noi e non pensiamo di privarcene, mi sembra che i nostri club siano tornati a concentrarsi sul mercato italiano e non vogliono più farsi sfuggire gli elementi di valore. Uno come Raspadori però è osservato anche da società straniere".
Sarebbe stato pronto già la scorsa estate per un top club?
"Noi lavoriamo per formare ragazzi di valore ed eventualmente ce ne priviamo solo al momento giusto. Se prosegue così e viene lasciato tranquillo, si toglierà grandi soddisfazioni".
Sa che dopo queste parole Marotta tornerà alla carica?
"Per Raspadori non c’è stata solo la richiesta dell’Inter. Anche altre società in Italia si sono interessate ma niente nomi. Ho già detto abbastanza parlando di Marotta (ride di nuovo, ndr) con il quale non siamo mai arrivati a parlare di cifre".
C’è chi sostiene che Raspadori valga già 40 milioni. Concorda?
"Non puoi dare ora un valore a un ragazzo del 2000 che è reduce dalla prima stagione importante. Il prezzo, in casi come questi, lo fanno le grandi società che te lo richiedono".
Dopo questa frase invece Marotta... le vorrà un po’ meno bene. Vuole alimentare un’asta per Raspadori?
"Con Beppe sono amico dal 1985. L’avevo conosciuto qualche anno prima perché mio papà era presidente di una società dilettantistica, la Milanese Calcio, dalla quale Marotta, al tempo dg del Monza, acquistò dei giocatori. Ho avuto la possibilità di lavorare al suo fianco nel Monza, nel Como e nel Ravenna e lo considero il mio maestro. Con il tempo è nata anche l’amicizia: ci frequentiamo lontano dal lavoro e viviamo vicini a Milano".
Ha chiesto al suo ex allenatore De Zerbi, che ha sfidato l’Inter martedì, qualche consiglio?
"Dopo la partita contro i nerazzurri non l’ho sentito, ma Roberto è bravo e allo Shakhtar farà bene. È riuscito a imporre il pareggio a una grande squadra che ha avuto meno possesso, ma che di occasioni ne ha create diverse".
Anche Dionisi riuscirà a fermare l’Inter?
"Magari il Sassuolo uno scherzetto ai nerazzurri potrebbe farlo... Loro hanno una rosa forte e restano chiaramente favoriti, ma noi siamo in grado di giocarcela contro chiunque".
Che stagione sarà questa per il Sassuolo?
"Dopo tre anni abbiamo cambiato allenatore e dunque, pur avendo una base solida, è inevitabile azzerare tutto e ripartire. Possiamo contare su giovani bravi che si misureranno con un campionato non facile. Sarà come quando abbiamo messo sotto contratto Di Francesco e De Zerbi: di fronte alle difficoltà, bisognerà non dimenticare che il nostro è un gruppo con delle potenzialità e dei valori tecnici. Fiducia e pazienza serviranno per far crescere i ragazzi".
In questo siete specialisti.
"All’ultimo Europeo avevamo Berardi, Raspadori e Locatelli (non era ancora stato venduto, ndr), ma nel gruppo di Mancini c’era pure un altro nostro ex, Acerbi. In più Sensi, Pellegrini e Politano sono stati a un passo dall’entrare nei 26".
Pellegrini e Acerbi sono i leader delle due squadre della Capitale. Che effetto le fa averli “cresciuti”?
"Pellegrini con noi è maturato tanto e ha mostrato tutto il suo talento. Vederlo capitano della Roma mi rende orgoglioso. Acerbi ha avuto dei problemi negli anni precedenti al suo arrivo a Sassuolo, ma con la nostra maglia è ripartito alla grande, superando anche la malattia (il cancro). A lui ci lega un sentimento speciale e siamo i suoi primi tifosi. Lo stesso con tutti gli altri che sono stati qua e poi sono andati altrove".
Ed eccoci alla... gioielleria Sassuolo.
"La nostra politica rimane quella voluta in passato dal dottor Squinzi. Il Sassuolo è una società che deve ottenere i giusti risultati tenendo i conti in ordine. Alla fine di una stagione possiamo definire una-due cessioni importanti, ma con l’obiettivo di far crescere i ragazzi e consolidare il club. Qui abbiamo un percorso precisi: guardiamo più avanti rispetto al campionato in corso e puntiamo su progetti tecnici pluriennali. Siamo da nove stagioni in Serie A e abbiamo ottenuto grandi risultati anche con il nostro settore giovanile. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di tutti quelli che sono al Sassuolo. Si tratta di uomini e donne di qualità che da noi si sentono in famiglia. Nel calcio e nella vita sono le persone così che fanno la differenza".
Chiudiamo con il sorriso: chi vince tra lei e Marotta paga la cena?
"Non so se la cena o il pranzo. Di certo mangeremo insieme. Lo facciamo spessissimo. Da oltre 35 anni".
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