Inizia la nuova era del professionismo nel calcio femminile italiano. Una grande novità, voluta e cercata, ottenuta con grande caparbietà dalle calciatrici. Il professionismo nel calcio femminile accende anche i fari sul tema della sostenibilità dal punto di vista economico. Come riportato dal Sole 24 Ore, infatti, i costi vedranno una forte crescita, considerando il diverso status delle calciatrici. Alessandro Terzi, direttore del Sassuolo Femminile, in un'intervista esclusiva rilasciata a SassuoloNews un po' di tempo fa, sollecitato sul tema, disse: "Le ragazze si rivedranno uno status professionale che fino ad oggi, a mio parere anche ingiustamente, non è stato riconosciuto. Dunque finalmente potranno assumere il loro posto nel mondo del lavoro, fare della loro attività un lavoro a tutti gli effetti, come accade nei pari grado maschi. Dal punto di vista pratico per le ragazze del Sassuolo in realtà cambierà poco, perché il loro standard qualitativo era già parificato a quello dei maschi. Cambierà poco della loro attività, continueremo ad allenarci con lo stesso impegno, la stessa filosofia, nella loro vita quotidiana penso che cambi poco, cambia però il fatto che loro potranno mettere qualcosa via per la pensione e non è poco. Sulla nuova formula ci abbiamo ragionato tanto. Io sono anche Consigliere, ho vissuto tutto questo da vicino e credo che questa darà spettacolarità al torneo e questo porta aumento dei tifosi, dovrebbe essere un volano per l'attrattività del campionato".

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L’impatto sarà in particolare sul costo crescita: finora fino a 10mila euro di compenso per le regole fiscali dei dilettanti non è previsto un prelievo fiscale, mentre per la quota sopra questa cifra si paga con un’aliquota di circa il 24 per cento. Con il passaggio al professionismo, i compensi minimi saliranno (20.263 euro lordi a stagione dai 19 anni in su e 26.664 dai 24 anni): significa ad esempio che una calciatrice di 25 anni che percepiva 10mila euro annuali o poco più dal 1° luglio costerà quasi tre volte tanto.

Il tema, così, diventa la redditività del sistema: per i diritti tv, la Figc, tolti i costi di produzione, distribuirà ai club non più di 110mila euro, con budget per i club di Serie A che si aggirano oggi tra 1,3 e 4 milioni di euro. Il passaggio al professionismo, che imporrà di inquadrare al minimo federale anche tutti coloro che operano intorno alla squadra (per circa 25 atlete ci sono 30/40 addetti, dai magazzinieri ai dirigenti), il costo salirà secondo le stime più attendibili fra il 40 e il 50 per cento: il fabbisogno strutturale del sistema, di cui un terzo legato agli stipendi delle calciatrici, potrebbe dunque salire dai 15/18 milioni attuali a stagione a 20/25 milioni.

Sezione: Sassuolo Femminile / Data: Dom 28 agosto 2022 alle 13:05
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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