Filip Djuricic, centrocampista del Sassuolo, ha parlato alla Gazzetta dello Sport del suo rapporto con mister Roberto De Zerbi ma anche del suo arrivo a Sassuolo e della sua crescita. Ecco il bel racconto di Filip Djuricic.

Come ha fatto a trovare continuità?
"Non ho mai avuto molta continuità, mi serviva tempo e fiducia. Ringrazio De Zerbi, non so cosa sarebbe successo se non l’avessi incontrato". 

Esagerato.
"No, mi ha chiamato a Benevento quando ero in un periodo difficile, dopo la Samp. Sa cosa voglio e ha un’idea di calcio che mi fa divertire".

È il suo momento migliore?
"Il più qualitativo, anche se con il Benfica ho vinto molto". 

Quanto aiuta la serenità del Sassuolo?
"Tantissimo, qui mi sento in famiglia. Ho giocato in club più stressanti come Benfica e Samp, in ogni situazione ci sono cose positive e negative".

Cosa non ha funzionato alla Samp?
"Giampaolo non mi vedeva, peccato perché il modo di giocare era perfetto per le mie caratteristiche. Capita".

Cosa funziona al Sassuolo?
"Tutto: a cominciare da una società seria e organizzata, che segue sempre un’idea".

Il gol allo Spezia è stato anche il più bello in carriera?
"Ne ho segnato uno molto simile alla Germania con l’U21". 

Trequartista o esterno?
"Col Sassuolo gioco sulla fascia, a sinistra per accentrarmi e tirare col destro. Nelle altre squadre mi muovevo dietro le punte, un ruolo più difficile". 

Genio e sregolatezza? 
"Noi serbi siamo particolari, normale essere così. Ma oggi sono sereno, tre-quattro anni fa ero più cattivo. Ora rifletto di più prima di parlare". 

È rimasto il genio…
"Ho due figli, un altro è in arrivo in dicembre. Devo dare il buon esempio". 

Più forte Djuricic o Boga? 
"Mai visto uno saltare l’uomo come fa lui. Io ho altre qualità".

De Zerbi ha detto: “Djuricic può e deve migliorare”. 
"È un martello e fa bene. Ho ancora tanto da dare". 

Ma cosa c’è di speciale nel gioco del Sassuolo?
"Il pressing, le giocate tra le linee, gli scambi brevi, a due tocchi: ogni passaggio ha una sua logica. Guardo il City di Guardiola e vedo tante cose che facciamo anche noi. Ma possiamo anche cercare soluzione alternative. Prendiamo il lancio lungo di Ferrari per il mio gol alla Samp: non è stata una stranezza o una casualità, è un movimento che proviamo tante volte in allenamento. Un calcio che non tutti capiscono, ma è il futuro. Ho avuto allenatori che sono stati campioni come Van Basten, Koeman, Mihajlovic, altri esperti come Advocaat ma De Zerbi resta il numero uno, lui vede cose diverse".

Quando allenava l’Heerenveen, Van Basten l’aveva consigliato al Milan. 
"Ma io ho detto no".

Ha detto no al Milan?
"Ero giovane, il Milan era in crisi. Non mi sentivo pronto".

Proprio al Milan due anni fa ha segnato il primo gol con il Sassuolo. 
"Ricordo: sul primo palo, dopo aver saltato due avversari". 

Ha debuttato in nazionale con Mihajlovic. 
"È stato molto importante, mi ha lanciato come centravanti". 

Ha ritrovato la Serbia nel 2019 dopo 3 anni di assenza. 
"Penso a Locatelli, Berardi, Caputo. È diventato normale che un giocatore di una piccola vada in nazionale". 

Ha giocato in Olanda, Portogallo, Germania, Inghilterra e Belgio: dove si sta meglio? 
"L’Olanda è perfetta per un giovane, ma l’Inghilterra è pazzesca per stadi e ambiente". 

E l’Italia? 
"Non scherziamo, come qualità della vita è irraggiungibile".

Sezione: News / Data: Ven 09 ottobre 2020 alle 11:24
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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