Nell’intervista esclusiva a Time2Play.com, Alessandro Bonan analizza il crescente equilibrio della Serie A, sottolineando come molte squadre di medio-bassa classifica siano riuscite a mettere in difficoltà le big grazie a organizzazione, intensità e piani gara sempre più strutturati. Il giornalista di Sky Sport aggiunge che anche gli episodi e il ruolo del VAR contribuiscono a livellare il campionato, rendendo ogni partita più incerta rispetto al passato.

Come hai visto cambiare il giornalismo sportivo italiano in questi anni? L’avvento di internet e dei social ha inciso sulla comunicazione dello sport?
"Lo ha cambiato in modo significativo. Prima c’era più cura per il lessico e per la scrittura; oggi un po’ meno. Non dico che sia un giornalismo peggiore, è semplicemente più veloce, perché più veloce è la società in cui viviamo e la fruizione delle notizie. Nell’era digitale siamo bombardati continuamente, e questo incide anche sul modo di raccontare lo sport".

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Parliamo di calcio e in particolare di Serie A, che dopo 13 giornate vede al vertice tante squadre racchiuse in una manciata di punti: un’anomalia per il nostro campionato. Come interpreti questa situazione?
"Secondo me dipende da due fattori. Il primo è che ci sono squadre di medio-bassa classifica che, in determinate partite, riescono a mettere in difficoltà le big. Questo inevitabilmente accorcia la classifica, perché se le grandi rischiano ad ogni giornata di campionato contro qualsiasi squadra, finiscono per perdere punti qua e là. Il secondo fattore riguarda il regolamento attuale, che anche con la complicità del VAR rende le partite molto più condizionate dagli episodi. Falli di mano millimetrici, contatti dubbi in area, interventi che non si capisce bene quando siano davvero fallosi. Tutto questo rende il risultato sempre un po’ sospeso. Per esempio, Inter-Udinese: i nerazzurri hanno perso una partita in casa per un rigore del tutto casuale concesso ai friulani. Ma che per il regolamento di oggi può essere concesso. Se perdi punti in questo modo, si accorcia la tua classifica e, di conseguenza, anche quella degli altri. E ci si ritrova tutti in pochi punti".

Tra l’altro, quest’anno le critiche al VAR sembrano mettere d’accordo un po’ tutti.
"Esatto. Penso al rigore assegnato al Torino contro il Como, che definire “comico” è poco. E immagina se un episodio del genere capitasse in una partita ad altissima attenzione mediatica, cambiandone il risultato: scoppierebbe un putiferio. Qui parliamo di un giocatore che prova a rinviare il pallone, lo manca e il pallone gli rimbalza sul braccio, che non può certo far sparire. L’arbitro fischia rigore, e il VAR lo richiama pure: “riguardalo meglio”. Lui conferma. È una situazione paradossale. Le indicazioni agli arbitri sono di mantenere il punto: ma nel caso in cui abbiano ragione, non quando hanno torto!".

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Sezione: News / Data: Mer 03 dicembre 2025 alle 19:03
Autore: Sarah G. Comotto
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