Tarik Muharemovic, nuovo difensore del Sassuolo, si è presentato ai tifosi neroverdi. Ecco le sue parole a SassuoloChannel: "Era il periodo del Covid quando noi più giovani non potevamo allenarci, poi mi hanno portato in prima squadra al Losberger e ci siamo solo allenati. Non non ho pensato tanto che magari avrei giocato, mi sono allenato, ho pensato a fare il meglio che potevo. Poi verso aprile mi hanno detto che se continuavo ancora così a migliorarmi che sarebbe arrivato anche il mio tempo e poi ho fatto l'esordio contro il Salisburgo, ho giocato 20-25 minuti e poi tre giorni dopo subito esordio da titolare di nuovo contro di loro, fuori casa. Fu bellissimo! Vi posso dire che era veramente un bel periodo perché un giorno prima dell'esordio ho giocato con l'Under 18 e dopo 15 minuti mi hanno tolto. Io ho visto che c'era il mio numero sulla lavagnetta dopo 15 minuti. pensavo cosa succede, non sapevo nulla. Sono uscito e mi dicono 'domani sei convocato con la prima squadra, per me fu una cosa bellissima e dopo la partita quando siamo andati in spogliatoio è venuto il mister e mi fa 'Tari guarda, ti abbiamo tolto perché domani è il momento, devi giocare con la prima squadra".
La Juve?
"In quel periodo, quando hanno chiamato tante squadre, non sapevo. Era la prima volta e non sapevamo dove andare, qual era il club migliore, poi quando ero in nazionale e ho fatto l'ultima partita stagionale, papà mi disse 'Guarda Tarik ti ha chiamato la Juve'. E già subito dissi che se mi fanno un contratto voglio andare lì e mi hanno chiamato. Sbbiamo parlato due-tre giorni con papà, con il procuratore e io ho detto 'io non voglio pensare, io voglio andare lì perché c'è uno dei miei idoli, anche Chiellini, c'era Bonucci, ci sono giocatori come Dybala c'era anche Ronaldo che poi è andato via dopo 3 giorni però sì, la scelta era easy".
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Come sono stati gli inizi in Italia?
"All'inizio è stato un po' difficile perché era la prima volta fuori da casa, da solo, in un convitto, anche un altro Paese. Mi sono rotto la tibia dopo un mese, ho fatto 3 mesi e mezzo fuori però lo sapevo che è dura la carriera, è sempre così il calcio. É stato veramente bellissimo poi quando ho giocato in Youth League che abbiamo fatto veramente bene fino alla semifinale che poi abbiamo perso ai rigori però tutto l'anno è stato veramente bello, anche con i compagni che mi ricorderò sempre".
Anche il Sassuolo giocherà in Youth League: che consiglio puoi dare ai ragazzi?
"So che anche il Sassuolo giocherà quest'anno alla Youth League e quello che posso sicuramente dire è di crederci".
Com'è stato il passaggio dalla Primavera alla Next Gen?
"Il passaggio dalla Primavera alla Next Gen non è facile perché sai che in serie C sono professionisti, ci dono ex giocatori di Serie A e Serie B, le partite sono difficili, si vede tutto diverso, anche il ritmo".
Cosa hai pensato quando hai saputo dell'interesse del Sassuolo?
"Quando ho sentito il Sassuolo pensavo subito a un grande club. Lo so che quel club non è da serie B è da serie A e anche per quello mi hanno chiamato, mi hanno detto subito qual è l'obiettivo e io lo so che questo club deve essere in Serie A e non in serie B".
Qualcuno ti ha consigliato di venire in neroverde?
"È stata una decisione mia però i ragazzi della Next Gen mi hanno deyyo che qui si sta veramente bene e avevano ragione. Quando sono arrivato ero sorpreso veramente perché mi piace come lavorano, anche in palestra prima dell'allenamento, vedi il nutrizionista: mi piace veramente e son veramente contento".
Cosa ti ha detto Grosso?
"Quando sono arrivato il mister quando l'ho visto la prima volta mi fa 'ci divertiamo insieme', ho detto sì. Anche prima dell'allenamento qualche giorno fa mi ha anche detto che son forte e che devo avere pazienza e che il mio tempo arriverà".
Com'è stata l'accoglienza?
"L'ambientamento con la squadra è stato dal primo giorno subito top. Mi hanno raccolto subito bene. Quando c'era Nedim Bajrami lui per primo mi ha accolto subito, anche Jeremy Toljan. Ho un buon rapporto con tutti i, anche con gli italiani, i francesi con tutti. Mi sento bene nel mondo Sassuolo, mi ha colpito la gente che veramente è sempre gentile e quando sono venuto subito mi hanno accolto, mi hanno aiutato, mi aiutano ancora e poi anche il centro sportivo che si vede che è da Serie A".
Che tipo di giocatore sei?
"Io sono un giocatore che non vuole perdere mai, sono un giocatore che se gioca vuole vincere sempre, anche se non gioco voglio vincere, aiuto i ragazzi sempre. Voglio essere sempre leader, sono uno di quelli che ha veramente fame, per vincere il più possibile".
Chi sono i tuoi idoli?
"I miei idoli sono Emir Spahic ed Edin Dzeko e poi anche Chiellini, mi piaceva sempre come esultava, quando difendeva la porta, quando faceva un'entrata all'ultimo secondo, quando festeggiava come se avesse fatto gol e quello mi ha ispirato, lo faccio anch'io sempre ed è una una cosa che ho visto da lui. In nazionale marcare Edin Dzeko, era la coda più difficile. É veramente un giocatore incredibile, difendere sul tuo idolo, non ho parole per descriverlo perché è anche un calciatore fortissimo".
Cosa pensi della squadra?
"Quando ho visto le prime due partite, però ho guardato le partite anche prima del mio arrivo contro il Bari. Ho visto che la squadra ha qualità, si vede che i ragazzi sono veramente forti, si vede anche ogni giorno in allenamento che veramente hanno voglia, poi abbiamo anche un mister veramente forte, che ci aiuta e non vedo l'ora di stare con loro in campo e di far vedere anche le mie qualità, che posso aiutare la squadra".
Ora arriva il Cosenza...
"La partita contro il Cosenza sarà difficile perché quest'anno stanno facendo veramente bene. Abbiamo anche visto con il mister che hanno perso una volta quest'anno, che stanno bene, è un periodo dove giocano bene, hanno fiducia e lo sappiamo che ci aspetta una partita difficile, però noi siamo sempre pronti".
Hai il doppio passaporto ma giochi per la Bosnia...
"Io ho il doppio passaporto perché i miei sono della Bosnia, poi c'era la guerra e si sono trasferiti in Slovenia dove siamo nati io e mio fratello e lì abbiamo preso il passaporto, però ho detto sempre che io sono bosniaco al 100% e che voglio sempre giocare per la Bosnia e per quello ho preso anche il passaporto bosniaco, perché posso averne due e così posso giocare per la Bosnia. La soddisfazione di rappresentare la Bosnia è la cosa più bella che c'è. Rappresentare la mia nazionalie è veramente una cosa bellissima, anche la cosa più bella della mia carriera finora, che posso giocare per la mia nazione. L'esordio? Era contro l'Inghilterra, è un momento che non dimentichero mai. Mi hanno detto i miei genitori che quando hanno visto la partita e hanno visto che sono entrato, la mamma mi ha detto che sono anche venute le lacrime".
E sei anche poliglotta...
"Io parlo cinque lingue: sloveno, bosniaco, tedesco, italiano e inglese. Forza Sasol".
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