Roberto De Zerbi è il grande ospite della puntata in onda questa sera sulla Bobo Tv, ormai un must per gli appassionati di calcio. Bobo Vieri, Lele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola hanno reinventato il talk show legato al mondo del calcio, andando oltre gli schemi. L'ex attaccante di Juve e Atletico Madrid, Bobone, è il conduttore che lascia ampio spazio ai suoi protagonisti. Lele è il più riflessivo, FantAntonio è il mattatore, l'autentico one man show, con i suoi racconti dissacranti, con i suoi retroscena sulle sue avventura in carriera, poi c'è "c'è sole qua, c'è Ventolà" per tornare sulla hit estiva "Una vita da bomber", Nick Ventola, ex centravanti del Bari, forse il più pacato e il più bombardato, preso di mira da Cassano.
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Roberto De Zerbi questa sera dovrà vedersela con loro quattro. L'allenatore del Sassuolo infatti è il grande ospite della puntata odierna che andrà in onda su Twitch, una piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon.com, leader del settore nelle trasmissioni di eventi e competizioni eSports. La Bobo Tv, che vanta già quasi 200mila iscritti al canale, recita così tra le info: "Christian Vieri sbarca anche su twitch con il suo format BoboTV. Si parlerà di calcio e non solo. Ad affiancarlo, i suoi amici di sempre: Nicola Ventola, Lele Adani e Antonio Cassano". L'ultima puntata 5 giorni fa con Lele Adani e Antonio Cassano che hanno elogiato il Sassuolo Calcio di mister Roberto De Zerbi.
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Stasera il nuovo appuntamento in diretta con De Zerbi che potrete seguire anche su questa pagina perché SassuoloNews.net vi racconterà in diretta lo show sulla Bobo Tv con protagonista l'allenatore del Sassuolo. De Zerbi, che non rilascia interviste ormai da diversi mesi, con ogni probabilità parlerà della costruzione dal basso, del suo Sassuolo, ma anche del suo futuro. E allora tutti pronti per la diretta live della nuova puntata della Bobo tv con protagonista mister De Zerbi. Inizio previsto alle 21. Tutti gli aggiornamenti in diretta qui.
E' iniziata la puntata della Bobo Tv. E' arrivato mister De Zerbi.
"Ho fatto irruzione (ride, ndr). Dovreste fare gli allenatori per tenere alto il numero di attaccanti diventati allenatori" le parole del mister.
Cassano ha accostato il De Zerbi giocatore a Savicevic e a Bonocore ex Ravenna. Risposta di De Zerbi: "Te lo tratto bene Agostino Tebaudi (il preparatore). Ieri gli ho chiesto: 'Ma chi è più strano, io o Antonio?'. E' una bella lotta mi ha detto".
La domanda di Cassano: "Meriti una grande squadra per il modo di allenare. Dove ti piacerebbe allenare, per tipo di idea di calcio, Spagna o Inghilterra?".
De Zerbi: "I giocatori bravi ci sono dappertutto, poi in base ai giocatori la squadra prende l'indirizzo. Secondo me la grandezza di Guardiola è stato l'adattare la stessa idea in base ai calciatori e in base ai campionati. Io sono andato a Monaco a vederlo. Gli ho chiesto perché metteva più cross rispetto al Barcellona. Mi ha detto con una gran semplicità: 'Qui sono abituati al cross'. Io voglio divertirmi. Poi passi per filosofo ma a me piace divertirmi. L'allenatore è un lavoro talmente stressante, sotto i riflettori, e se uno nemmeno si diverte diventerebbe pesante".
Cassano: "Ti sentiresti pronto per una big?"
De Zerbi: "Se ci sono le condizioni e vuol dire giocatori di un certo tipo, avere l'autonomia completa che io voglio avere sì, altrimenti non mi sentirei pronto nemmeno per una squadra di livello inferiore del Sassuolo. Cosa vuol dire essere pronti? Io a 34 anni ho allenato il Foggia e in C non puoi passeggiare. Hai più pressioni a Foggia in C che a Sassuolo in A tra stampa e tifosi. Se fai questo lavoro devi sentirti pronto. Poi devi fare la conta con il materiale che hai a disposizione e le condizioni in cui ti mettono. Ogni tanto l'allenatore deve avere la forza di dire di no, non per paura perché i giocatori sono più importanti nell'andare a prendere il risultato ma non per sminuire la mia figura. L'allenatore ti può dare tutto ma poi chi determina e lo dico perché ero un trequartista, determina la scelta, l'intuizione del calciatore, quello che vede lui non lo può vedere l'allenatore, ti può aiutare dalla panchina ma in campo ci va il calciatore".
Ventola: "Come sei cambiato in questi anni? Come ti sono servite le esperienze da allenatore?"
De Zerbi: "Quando ho iniziato pensavo che l'esperienza non fosse determinante. Alleno da 8 anni, ho quasi 250 panchine nei professionisti e ho 41 anni e l'esperienza ti dà vedere prima quello che succede poi ed è tanto però perdi qualcosa, qualcosa devi lasciare per strada. Io ero più vulcanico prima, un po' sono legato a quel De Zerbi prima maniera, adesso non conto fino a 10 ma fino a 6-7. Prima ero più spontaneo, più diretto, e quella spontaneità arriva in maniera forte, diretta ai giocatori".
Vieri: "I tuoi attaccanti li lasci liberi?"
De Zerbi: "Totalmente ma cercando di rispettare una regola, che ci sono anche 9 compagni di movimento ma la giocata la deve decidere lui. Io credo che le partite le risolvano gli attaccanti. E' vero che i difensori sono importanti in egual modo ma il colpo decisivo lo dà l'attaccante. Il centrocampista di qualità ti fa vincere la partita. Tutto deve essere riportato per far sì che questi siano messi nelle condizioni di esprimersi ma poi ci sono gli altri compagni che devi rispettare. Io voglio che loro scelgano la giocata all'interno di un ordine in campo, se un giocatore è tra le linee, se io sto largo permetto al mio compagno di girarsi e fare la girata, ma non mi piacciono le cose codificati, non mi piacciono i soldatini, non volevo esserlo io, ma un ordine credo che aiuti i giocatori di qualità. Anche la consapevolezza di avere i giocatori che ti risolvono la partita gli attaccanti responsabilizza tutti, anche gli attaccanti, perché dopo tu devi dare una mano ai difensori che si fanno il mezzo. Una volta ho chiesto: 'è più difficile fare uscire la palla da dietro sotto pressione o fare la giocata determinante negli ultimi 20 metri'. Il difensore dice la prima, l'attaccante la seconda, ed è così, era quello che volevo perché in quel momento si crea la responsabilità di tutti".
Adani: "Il Sassuolo ha 12 nazionali. Nella Turchia ci sono Muldur e Ayhan titolari oggi. Ci parli del rapporto umano, carnale che hai tu con il calcio e degli interpreti del calcio?".
De Zerbi: "Io ho un rapporto forte con i giocatori, ho avuto e ho anche degli scontri forti. Le mezze bugie mi danno fastidio. Il Sassuolo è forte non grazie a me, io ho anche la mia parte, ma è per la società, il gruppo storico che è lì da tanto tempo. Il calcio per me è un modo di esprimere il mio carattere e credo sia stato così anche per voi. Grazie al calcio sono riuscito a esprimere me stesso. La passione, l'orgoglio per la mia famiglia, l'essere ambizioso, la serietà, la pazzia perché io vado d'accordo con quelli un po' pazzi perché probabilmente mi ci rivedo. Di sicuro non lascio niente e faccio fatica ad accettare quando dall'altra parte non vedo che si dà lo stesso valore al calcio, non riesco a dire 'però siamo tutti diversi', dobbiamo difendere la fortuna che abbiamo avuto".
Adani: "Con la testa pensavi al dopo Torino?"
De Zerbi: "Sono ancora là. Quello che dico di solito lo dico prima ai ragazzi nello spogliatoio, quella volta era giusto dirlo. E' un momento particolare. Ho letto l'intervista di Prandelli, non lo conosco, ma ha detto delle cose che anch'io che ho 20 anni in meno di lui che vedo anch'io. Io ho sempre spinto per il settimo posto, so che le 7 squadre che ci precedono sono più forti, ma se non metto pressione io alzando l'obiettivo rischi di spegnerti e adesso, avendo tanti punti di distacco dal settimo posto, qualcuno che non è motivato e che non capisce la fortuna che ha il calciatore, stacca, adesso è più difficile riprendere il tiro, anche per me. E' tre anni che alleno là e la voce mia è sempre la stessa, non è facile neanche per me tenere la barra dritta a tutti".
Cassano: "Locatelli che livello può raggiungere? E Boga? Entrambi hanno avuto una evoluzione impressionante senza di te".
De Zerbi: "Sono tutti e due giocatori con i quali mi sono scontrato forte, forte, forte. Con Locatelli all'inizio del secondo anno, ma pesante proprio, perché entrambi sono stati dotati di qualità superiori da madre natura. Io ho cercato di migliorarli in due cose: dargli un ordine in campo, Boga non sapeva attaccare la profondità e per un attaccante che vuole la palla sui piedi 10 volte su 10, è meglio alternare. Sono migliorati nella testa. Locatelli dovrebbe perdere un po' la superficialità che ha, ha anche quel briciolo di presunzione che serve. Lui nella sua testa si vede titolare all'Europeo con l'Italia ma non deve essere superficiale. E' un giocatore di livello mondiale. Boga ha doti tecniche, fisiche, pazzesche ma è troppo timido, è riservato, non chiama la palla in campo, non si impone come un giocatore del suo talento. Adesso ho avuto anche uno scontro con lui e speriamo che serva per aiutarlo. A me piace essere d'aiuto con i giocatori, spero che tra qualche anno possano ricordarmi importante per la loro crescita".
Cassano: "Sensi, con le dovute proporizioni, mi ricorda un piccolo Xavi. Può arrivare ad essere uno dei migliori in quel ruolo?"
De Zerbi: "Sicuramente. E' un altro giocatore di cui sono innamorato. Io l'ho allenato, quando l'ho preso pensavo fosse un organizzatore di gioco come Xavi e invece lui ha anche qualcosa, stando nei paragoni, di Iniesta. Al primo anno avevo Boateng in attacco, non dà profondità e veniva incontro e giocavamo con due sotto di lui, lui giocava di prima e ho fatto giocare Sensi e Bourabia mezz'ala, e lui ha anche le caratteristiche della mezz'ala. Il problema in questi ultimi due anni sono gli infortuni. Ha personalità, qualità da vendere. Un ragazzo serissimo, non ha limiti, infortuni permettendo".
Vieri: "Sei andato a trovare Bielsa? Come ti sei trovato?"
De Zerbi: "Se avete un'ora e mezza per parlare...Io mi sono fatto dare il numero. Ero appena stato mandato via da Palermo e gli mando un messaggio presentandomi, parlando in spagnolo. Il giorno dopo mi ha chiamato con un altro numero che mi invitava lì, con tutto lo staff. Pensa quindi che Bielsa mi ha chiamato, non sapendo nemmeno chi fossi. Ci ha trattato con una disponibilità pazzesca. Ha una passione per il calcio contagiosa. Tra la persona e l'allenatore scelgo la persona. Ci ha ospitato una settimana e giocava la domenica con il Nantes di Ranieri e ci aveva dato il palchetto in tribuna. L'allenamento era scientifico, una catena di montaggio. Il problema che tutto quello visto dal martedì al sabato è stata la partita. La persona, invece, abbiamo fatto due incontri. Nel primo abbiamo parlato un po' della sua vita perché a lui piace determinare sui giocatori, perché non gli piace allenare le grandi squadre. Le altre parlando di calcio e del Nantes mi ha fatto vedere 4 fascicoli immensi, pieni. Un personaggio incredibile. Se lui è Loco bisogna che ci facciamo una domanda noi come siamo. A distanza di tempo ci eravamo sentiti e si ricordava di tutto. Veramente una persona top. Se mi chiedessero con chi voglio andare a cena, con un personaggio del calcio, non avrei problemi a scegliere lui. Io credo che lui voglia essere se stesso, se poi lo fa in un grande club bene, altrimenti va bene lo stesso. Bisogna capire cosa mette la persona al primo posto. Qualcuno mette i titoli da vincere per essere gratificato, qualcun altro no e non ha ragione nessuno dei due".
Adani: "Il Sassuolo ottavo ha vinto. Il Leeds undicesimo che vinto 12 partite in Premier League, chi ha vinto? Se non ha vinto l'Athletic che è andato a fare la finale di Europa League, chi ha vinto? Il presidente di allora del Velez non parla della Libertadores vinta con Bianchi ma parla di Bielsa. Il calcio è della gente".
De Zerbi: "Ci vuole una giornata. Quelli che mettono al primo posto la vittoria non potranno mai capire Bielsa che dice 'conta più lasciare qualcosa che vincere'. Diranno sempre che è la volpe che non arriva all'uva. Oltre alla comunicazione servono anche i fatti, quello che uno fa. Il pubblico, la gente, si è iniziata a capire l'importanza ora che non c'è allo stadio, le Supercoppe Italiane andavano in Qatar a giocare. Io sono etichettato come l'allenatore della costruzione dal basso ma a me vien da ridere quando sento queste cose, si cerca di sminuire tutto con troppa facilità. Quello che ha scritto Prandelli mi ha fatto riflettere, il calcio brucia tutto in pochi sencodi, lui dice che non si sente al passo, ed è così anche per me che sono più giovane di lui. Non c'è coerenza in quello che si dice, palo-gol hai un'idea e palo-fuori hai un'altra idea. Non si può cambiare il mondo o un settore ma decidi tu come comportarti, cosa dire, come farlo, che atteggiamento avere. Oggi tutto è un tritacarne e se non sei forte con quello che pensi tu, se non hai, oltre al lavoro, ai valori forti di passione per questo sport, mandi tutti e te ne vai via. Uno può scegliere, non si è obbligati. Io dico tritacarne e uno potrebbe dirmi stai a casa e io quando non ho voluto andare in una certa squadra ho rinunciato ai soldi e son stato a casa".
Adani: "Qui si parla della costruzione dal basso ma è giocare a calcio. Noi ci soffermiamo nel dividere un Paese sulla costruzione dal basso, l'Under 21 danese che vale un quarantesimo della nostra Under ti fa un gol incredibile con la Francia U21 che farebbe la semifinale di Champions. A livello di comunicazione viene creato un dibattito che non esiste perché se non hai creato un po' di cultura ci sono i falsi problemi che non aiutano nel progresso ma ti aiutano ad andare al bar a prendersi per il culo ma nel frattempo la Danimarca va a fare quel gol alla Francia. Sono scarsi quelli che fanno le domande ma sono più scarsi quelli che danno le risposte".
De Zerbi: "A me dà fastidio ma la vedo come una mancanza di competenza perché riduci tutto il calcio alla costruzione da dietro non è un problema mio ma di chi mi pone la domanda. Andiamo dietro all'argomento, perché viene fatta? Io ti do la mia risposta: perché per me buttare la palla e andare a recuperare la palla su un rimbalzo è una scommessa e a me non piace scommettere e mi piace allenare la squadra a uscire palla a terra, quello è lavoro. Io credo nel lavoro. Le mie squadre hanno sempre avuto giocatori di qualità e non voglio fargli arrivare la palla tra i denti ma tra i piedi. Poi non la faccio sempre. La parità numerica andiamo a giocarcela più avanti ma non buttando il pallone ma servendo il pallone da una certa parte, indirizzandolo. Ma quante volte abbiamo fatto gol e abbiamo tirato partendo da dietro. Per merito mio? No, ma per merito dei miei che sono bravi a farlo, partendo dal portiere. Devi avere anche gli attaccanti che hanno un po' di cilindrata, se non hanno lo strappo poi fai fatica, devi avere gente tecnica. A me non dà fastidio se uno non condivide la mia idea, però siccome metto la mia faccia, siccome vengo mandato io se non ho risultati, non capisco perché mi si voglia far cambiare idea. Ognuno paga per quello che fa".
Ventola: "Quando affronti l'Atalanta di Gasperini o il Napoli di Sarri cambi qualcosa?"
De Zerbi: "Con Atalanta e Verona, che ti vengono uomo a uomo, sono due partite diverse perché non hai la superiorità numerica. Con il Verona il possesso palla è stato loro ma noi lo sapevamo già. Noi abbiamo un'altra idea, giusta, sbagliata, più bella o più brutta devono dirlo gli altri. Io ti spiego, poi ti posso convincere o no ma ti do una spiegazione reale. Adesso è tutto esasperato perché è cambiata la regola, prima i difensori non potevano andare in area e nessuno lo dice".
Adani: "Qual è il tuo grado di felicità rispetto a quello che fai e dove lo fai? Come reputi il tuo percorso a Sassuolo con un undicesimo posto al primo anno, ottavo l'anno scorso, ora sei ottavo? Come sei dentro alla società? Come ti piace incidere nella costruzione della squadra? Secondo me a fine anno il tuo percorso lì è finito".
De Zerbi: "Felice sono felice perché sono tre anni di successi. Magari non siamo arrivati in Europa League ma uno deve vedere le cose con realismo e davanti ci sono 7 squadre superiori a noi. Avremmo potuto far di più, sicuro. Abbiamo tagliato il panettone da quarti in classifica. Dopo abbiamo abbassato il ritmo perché tanti giocatori di qualità hanno avuto problemi fisici e non siamo stati capaci di tenere quel ritmo. Per il futuro dipende. Io sono molto riconoscente. Il Sassuolo mi ha preso da retrocesso a Benevento e mi ha dato la possibilità di esprimermi, di esprimere se fossi o meno in grado di fare l'allenatore, mettendomi giocatori forti, ma non è una questione di riconoscenza ma bisogna capire i programma. Dico quello che ho detto alla società. Bisogna capire se è finito o finirà un ciclo alla fine quest'anno: o cambi l'allenatore o cambi parecchi giocatori ma non perché non si vada d'accordo ma perché si va troppo d'accordo, ti vedi da tanto e bisogna cambiare. Se ci fosse la possibilità di ripartire a Sassuolo non avrei problemi, a patto che bisogna riciclare, ritoccare un po'".
Terminato l'intervento di mister De Zerbi. Grazie a chi ha seguito la diretta.
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