La Salernitana sfida il Sassuolo al Mapei Stadium e stavolta il vannizagnoli.it non è in video ma a ripescare e aggiornare l’intervista uscita su Il Messaggero e su ilmessaggero.it nel marzo 2020. Era in epoca covid e la Lazio con Simone Inzaghi aveva speranze di scudetto, mentre Filippo avrebbe continuare a dominare la serie B, a Benevento.
Questa era una prima stesura del racconto con la mamma degli Inzaghi, ascoltato anche dal papà, che assistette alla telefonata.

A San Nicolò Piacentino, 6500 abitanti, verso Voghera, la villa degli Inzaghi è come un museo, ha gigantografie con centinaia di articoli di giornali messi in quadro, nel vetro, da papà Giancarlo. Campeggiano le imprese di superPippo e di superSimone, come nei fumetti, da quando giocavano, rispettivamente, nella Juventus e nel Piacenza, la loro squadra del cuore.
Fu un lunedì unico, nella frazione di Rottofreno, mamma Marina compiva gli anni e da doppia capolista solitaria, 62 e 63 punti, stesso numero di partite, la Lazio ne aveva una in più dei bianconeri e due in più dell’Inter. “Sfilata di amici, di messaggi e telefonate”.
Questa signora bionda dai lunghi capelli ha un appeal televisivo. “Invece sono molto schiva, accettai solo una volta, a Bologna, quando Pippo era a Torino”.

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Quel giorno ricordava e sognava. “Vorrei che finisse come nel 2000, con lo scudetto della Lazio, naturalmente ci dispiacque per Pippo, che lo perse con la Juve”. Finì, invece, che si aggiudicò il titolo la Juve di Sarri.
Gli Inzaghi sbocciarono qui, a 6 chilometri dallo stadio Garilli. “Filippo andò a Leffe, nella Bergamasca, in C, Simone fece un giro del nord, con 6 squadre prima della Lazio. “E’ a Roma dal ’99”, sottolinea papà Giancarlo che oggi ha 65 anni, ex rappresentante della Zucchi Bassetti, il tessile che era stato comprato da Buffon, quando lui però era già in pensione. “A 5 anni si è trasferito ai Parioli, dal quartiere Fleming. Pippo resta a Milano, in corso Magenta”.
Gli Inzaghi sarebbero diventati nonni per la terza volta, grazie a Simone. “I nostri figli vennero entrambi prima di Natale: si fermano a dormire, resta un piano per ciascuno, ne siamo custodi. Andiamo a trovarli noi – dice Marina -, nei ritiri: mio marito è stato tre giorni ad Auronzo di Cadore, per Simone, per la Lazio, poi insieme una settimana a Moena, per il Benevento”.

E’ impegnativo essere genitori d’arte, mamma lasciò la ragioneria in comune, con la nascita di Simone. Hanno perso la nonna paterna, Maria, a 93 anni, nel 2022.
Il procuratore di entrambi, Tullio Tinti, si affacciò quando Pippo aveva 16 anni e giocava negli allievi del Piacenza. “Volle una bella borsa da calcio, per ben figurare. Tanti si presentarono, sono rimasti fedeli a lui e tuttora lo consultano”.
Marina era sorpresa per la doppia performance. “Non pensavo che la professione di allenatore diventasse così importante per entrambi, neanche speravo di vederli ai vertici. Al Milan Pippo fu 10° con una squadra non tanto forte, quell’etichetta di fallimento mi dà molto fastidio. Quando era al Bologna, andai al Dall’Ara solo il 26 dicembre 2018, per il nostro derby, con la Lazio. Seguiamo le partite da casa, mio marito in soggiorno, io in camera, da soli, nessuno può capire le emozioni dei genitori”.

Giancarlo era dirigente all’oratorio, quando i figli davano i primi calci. “Andò ad Atene per la Champions di Pippo, contro il Liverpool – ricordava Marina -, io a Yohohama, per il mondiale per club del 2007, vinto ai rigori sul Boca juniors. Da mamma rammento solo pianti di gioia, mai di rabbia: hanno sempre superato le difficoltà, presto aumenteranno, di fronte ad aspettative sempre più elevate”.
Simone crebbe all’ombra del fratello maggiore, supercannoniere, in panchina sono rovesciati, al punto che Pippo a Venezia e a Bologna ci rispondeva: “Simone è fra i migliori allenatori d’Europa e imparo tanto da lui”.

A 43 anni, Simone Inzaghi era il più giovane, fra le squadre di vertice dei campionati principali. “Per scaramanzia non pronunciamo mai la parola scudetto – riflette mamma -, non ci rivela problemi nè debolezze, magari lo farà con la moglie Gaia. C’è un rituale iniziato da quando era attaccante, appena scende in spogliatoio telefona al padre, dopo ogni partita. Sempre”. Adesso ne ha 47.

“Siamo stati in vacanza con i Trapattoni – confessava la madre -, eravamo amici di Zoff quando era ct. Filippo frequentò la stessa ragioneria di Fabio Paratici, a Borgonovo val Tidone, furono compagni nella primavera del Piacenza, il ds della Juve era centrocampista. Da bambini, Pippo leggeva sempre un giornale sportivo in vacanza, Simone lo osservava e da molti anni conosce a memoria anche i giocatori di serie C; Pippo è molto social. Giocano ancora a tennis, peraltro non potevamo mai andare in settimana bianca perchè gli allenatori temevano si facessero male… Pippo è molto legato a Galliani, dal Milan, si vedevano a Forte dei Marmi, Simone a Tare”. Nel frattempo entrambi sono andati via dalla Lazio.

"Filippo legge Italo Calvino, Simone la biografia di Ancelotti, entrambi hanno libri di calcio, sul comodino”. Filippo aveva appena rinnovato con il presidente Vigorito, a Benevento. L’anno successivo era praticamente salvo, a due terzi di campionato, vinse addirittura a Torino contro la Juve di PIrlo, eppure retrocedette. A Salerno cerca ora la salvezza, il primo, vero campionato convincente in serie A, visto che a Bologna venne esonerato. Ha 50 anni e li ha festeggiati in estate, con Tinti ospite a Sky.
Simone cerca lo scudetto e la gloria imperitura. C’è andato vicino con una gran finale di Champions, contro il Manchester City. E’ il re di coppe, Italia e supercoppa, insegue il tricolore e anche stavolta sarà complicato. Come il compito di Filippo a Salerno, unico senza vittorie.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Ven 10 novembre 2023 alle 10:59 / Fonte: Vanni Zagnoli
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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