Con il campionato sospeso e una stima delle perdite che si attesta sui 720 milioni di euro se non si riuscirà a tornare in campo, la Lega di A chiede l’intervento del Governo. Nell’assemblea di oggi i presidenti presenteranno una bozza di richieste da avanzare al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Oltre alla modifica della Legge Melandri che regola i diritti tv e della 91/1981 sui rapporti fra società e sportivi professionisti, i club, sulla falsariga di quanto sta avvenendo in Francia, sono determinati a invocare un intervento legislativo per poter condividere con i calciatori i danni. In pratica, il pallone chiede al Governo un aiuto per poter tagliare forzosamente gli ingaggi dei giocatori, considerando che il monte stipendi della A tocca quota 1,3 miliardi. In posizione d’attesa l’Aic, che per inciso non ha potere negoziale collettivo per tutti i giocatori: oggi pomeriggio però il sindacato dei calciatori sarà in conference call con i presidenti per conoscere numeri e proiezioni dello studio della Deloitte sulle perdite dei club.

Con i campioni in fuga dal nostro Paese, le società si chiedono se sia giusto corrispondere regolare stipendio a chi non gioca e non si allena. Fuori dai nostri confini, il presidente del Sion, Christian Constantin, ha licenziato otto giocatori dopo aver provato a convincerli a firmare accordi di breve durata e con ingaggio ridotto. In Germania sono stati gli stessi calciatori del Borussia Moenchengladbach a decurtarsi il compenso. Da noi la tensione è alta, come del resto sul tema allenamenti. I medici sportivi suggeriscono stop totale alle attività fino al 4 aprile, giorno consigliato per la ripresa mentre il 13 è quello suggerito per le sedute collettive. Se Napoli e Cagliari si stanno allineando alle direttive mediche, la Lazio di Lotito continua a fare muro.

Fra gli interventi richiesti al Governo per far sopravvivere il sistema, oltre la modifica della legge sugli stadi (nella task force entra Giulio Napolitano, figlio dell’ex Presidente della Repubblica), anche la revisione del Decreto Dignità nella parte in cui vieta il divieto di sponsorizzazione da parte delle agenzie di betting. La speranza è di terminare la stagione: in caso contrario, qualora il Governo per forza maggiore impedisse la conclusione del torneo, i contratti con Sky e Dazn resterebbero in vigore. Si aprirebbero contenziosi, ma questa è un’altra storia. A riferirlo è il Corriere della Sera.

Sezione: Non solo Sasol / Data: Ven 20 marzo 2020 alle 13:34
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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