Lunga intervista di Remo Morini alla Gazzetta di Modena di cui vi proponiamo qualche estratto. Lo storico dirigente neroverde, ora responsabile del rapporto con i tifosi, ha parlato dei suoi 35 trascorsi in neroverde: "Sono legato a tanti allenatori, da Giancarlo Magrini a Remondina fino a tecnici importanti come Allegri, Mandorlini, Pioli, Di Francesco, Gregucci e Arrigoni. Con tutti ho avuto un bel rapporto e con alcuni continua. Ad esempio con Allegri è nata un'amicizia e ci sentiamo spesso al telefono. Ora c'è De Zerbi: mi hanno conquistato il suo modo di lavorare e l'atteggiamento, è un predestinato"

Squinzi?
"Parlare di lui è come parlare di un mio familiare. Una persona che ha dato lezioni di vita col suo modo di fare, l'atteggiamento e il comportamento anche nella vita quotidiana. Un signore in tutti i sensi. Io sono interista, lui milanista. Tutte le volte che c'era un derby tra noi si innescava una guerra di telefonate scherzose. Sono contento che quando siamo andati in A abbiamo cominciato a battere l'Inter: è accaduto in sette occasioni e ogni volta gli ho regalato una targa con risultato e minuto dei gol. Per il Sassuolo la sua scomparsa è stata un'enorme perdita come lo è stata per me a livello personale. Sono sicuro che da lassù, con la dottoressa Spazzoli, ci guarda e aiuta".

I ricordi più belli e più brutti?
"In 35 anni di Sassuolo il ricordo più brutto è la scomparsa di Squinzi, calcisticamente invece è lo spareggio per la A che perdemmo nel 2012 al Braglia con la Sampdoria che allontanò il "dottore". Se non ci fosse stato Carlo Rossi a riconvincerlo a tenere duro la favola Sassuolo sarebbe finita lì. Il ricordo più bello mi riporta alla sera in cui mi sono seduto in panchina nello stadio dell'Atletic Bilbao in Europa League: guardandomi intorno mi sono commosso ripensando a dove siamo partiti. La stessa sensazione che ho provato la prima volta col Sassuolo a San Siro".

Futuro?
"Giusto dare merito a Giovanni Carnevali, l'uomo scelto da Squinzi: il nostro amministratore delegato in questi anni ha fatto fare al Sassuolo un salto di qualità sotto tutti i punti di vista. Persona seria, capace, dai grandi valori umani e attorniato da ottimi collaboratori. Squinzi, lasciandogli il Sassuolo, ci ha visto giusto. E mi fa piacere che Veronica e Marco, i figli del "dottore", abbiano deciso di portare avanti il progetto dei genitori: questa è la migliore garanzia per il futuro del club. Ai tutti quelli che vogliono bene al Sassuolo dico che, al giorno d'oggi, trovare di questa gente è sempre più difficile, quindi teniamoceli stretti. Impegno, serietà e professionalità: tutti quelli che lavorano nel Sassuolo - come diceva Adriana Spazzoli - devono avere questi requisiti".

Sezione: News / Data: Mer 14 ottobre 2020 alle 13:59
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
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